AVELLINO - Quindici avvisi di garanzia per la strage del bus. La Procura di Avellino ha chiuso le indagini sulla tragedia, avvenuta il 28 luglio del 2013, nel tratto autostradale...
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Nel corso delle indagini si è scoperto che il proprietario non si era mai preoccupato di effettuare una «corretta e regolare manutenzione del mezzo» e la relativa revisione annuale. I due dipendenti della Motorizzazione, nel frattempo licenziati dal lavoro, «non impedivano la circolazione del bus, che non avrebbe mai potuto superare con esito regolare la prescritta revisione sia per l’elevato grado di corrosione della struttura portante, sia per lo stato e la tipologia dei pneumatici sia per il malfunzionamento della valvola di protezione 4 circuiti, indispensabile per attivare uno dei dispositivi di sicurezza del sistema frenante». Il procuratore di Avellino, Rosario Cantelmo, sottolinea come tutti i dipendenti della Società Autostrade indagati avevano «l’obbligo giuridico di impedire il gravissimo incidente stradale». Si indagano, inoltre, l’amministratore delegato e i dirigenti «per colpa consistita in negligenza, imperizie e imprudenza, nonché nella violazione delle norme che garantiscono la circolazione autostradale in condizioni di sicurezza, per aver omesso di provvedere, in occasione dell’adeguamento di tratti significativi di tronchi stradali, alla riqualificazione dell’intero viadotto Acqualonga, con la necessaria sostituzione delle barriere di sicurezza con quelle marcate CE, trattandosi peraltro di viadotto autostradale connotato da particolare pericolosità essendo stato progettato e realizzato con geometrie non adeguate ad una infrastruttura autostradale».
Gli indagati hanno venti giorni di tempo per presentare memorie difensive e chiedere di essere interrogati. Alla scadenza di questi termini la Procura chiederà il loro rinvio a giudizio.
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Il Mattino