Troppi vandali sui bus, Air minaccia: «Stop corse per Serino e Solofra»

Troppi vandali sui bus, Air minaccia: «Stop corse per Serino e Solofra»
La scena è sempre la stessa. Salgono nei bus e con meticolosità danneggiano gli impianti dell'aria condizionata, strappano via fili elettrici e bocchette,...

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La scena è sempre la stessa. Salgono nei bus e con meticolosità danneggiano gli impianti dell'aria condizionata, strappano via fili elettrici e bocchette, condotte e ovviamente rivestimenti in plastica e moquette. Complice la relativa distanza dall'autista, di solito i mezzi presi di mira sono a due piani, i pendolari che usano i bus Air su alcune tratte tra il capoluogo la provincia, riescono a vandalizzare i mezzi nel giro di pochi minuti. Risultato: danni per migliaia di euro.


E ora scattano le contromisure. Alberto De Sio, l'amministratore unico dell'azienda dei trasporti extraurbani, va all'attacco. «Non abbiamo mezzi a disposizione su alcune tratte, perchè dobbiamo portarli in officina e rimetterli a posto dopo i danni fatti dai vandali», dice.

Ovviamente i mezzi che vengono tolti dalla strada sono quelli che effettuano i collegamenti per i luoghi dove salgono coloro che presumibilmente fanno danni una volta a bordo.

Insomma chi rompe paga, anche se metaforicamente. In realtà a pagare sono tutti i viaggiatori compagni inconsapevoli dei vandali. Ad autobus distrutti corrisponderà una riduzione del servizio.
 
De Sio è particolarmente arrabbiato. «Abbiamo parlato con i sindaci e ora lo faremo anche con i presidi delle scuole, perchè chiediamo un loro aiuto rispetto a questo inquietante fenomeno». Quali sono le tratte a maggior rischio per i bus? «Quelle che hanno nella Valle dell'Irno, a Solofra in particolare, ma anche ad Aiello Del Sabato, a Cesinali e a Serino. Anche per i mezzi che provengono da Chiusano San Domenico di mattina risultano gravi danni».

Ieri, dopo altre denunce presentate ai carabinieri, a inizio anno, De Sio è tornato dai carabinieri. Ha portato le foto di due autobus in servizio: quello delle 7,20 da Chiusano ad Avellino e di un secondo che partiva alle 13,30 da piazza Kennedy di Avellino diretto a Solofra passando per Cesinali e Serino. Con tanto di foto la denuncia querela è giunta anche al prefetto di Avellino e ai sindaci del cinque comuni della provincia. Sono le stesse tratte percorse dai mezzi vandalizzati a febbraio scorso, quando scattò la prima denuncia all'autorità giudiziaria. Anche in quell'occasione la tratta era quella da Avellino a Solofra via Cesinali e quella da Avellino ad Aiello del Sabato in partenza alle 13,30 da piazza Kennedy. Questa volta i mezzi semidistrutti sono due, sostanzialmente nuovi, che hanno subito danni all'intero impianto di condizionamento. Mentre gli ignari autisti erano alla guida, al piano superiore delle vetture, indisturbati, probabilmente gli studenti di ritorno da scuola si ingegnavano a distruggere i costosi impianti. «Andiamo dai sindaci e dai presidi per denunciare questi episodi. Abbiamo subito danni per miglia di euro. E siamo pronti a sospendere il servizio sulle tratte in cui i nostri mezzi sono vandalizzati. I danni sono tali che impediscono ai mezzi di circolare», dice De Sio che in questo modo giustifica un'iniziativa che confligge con la natura di servizio pubblico dell'attività della sua azienda. Alla fine magari non ci saranno interruzioni del servizio, difficilmente giustificabili, ma il sasso nello stagno è stato lanciato.


I mezzi che circolano in provincia presentano parti dell'arredamento interno danneggiate e rivestimenti dei sedili abbastanza sporchi. Insomma la ragione non è solo la ridotta quota di budget destinata dall'Air alle manutenzioni, conta anche la presenza di troppi vandali che si dilettano a sfasciare gli autobus. Ciò manda in rovina mezzi pubblici nemmeno troppo vecchi. «Il nostro non è un parco mezzi ognuno con milioni di chilometri sul groppone - dice De Sio - Diventano vecchi i nostri autobus perchè sono messi a ferro e fuoco. Ora proviamo a dissuadere i vandali. Pensiamo alle telecamere e alla vigilanza». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino