Gli ultras del raid contro il Verona in Questura. Hanno raccontato la loro versione, hanno spiegato che in 30 secondi si è verificata ogni cosa, che uno di loro ha lanciato...
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«Non volevamo far del male a nessuno, non sapevamo che in macchina c’erano Toni e Setti. Pensavamo ad un gruppo di tifosi, avevamo visto una sciarpa gialloblù, volevamo che ce la dessero», racconta Franco Iannuzzi leader della Curva sud.
Poi il rammarico: «Ci sentiamo di condannare un solo gesto e cioè il lancio dell’oggetto che ha frantumato il vetro». E la conclusione: «L’idea di Toni di tirare in ballo l’operato dei vigili urbani fa alquanto sorridere: i vigili nulla hanno visto e non sono intervenuti solo perché non vi è stata alcuna aggressione ma solo una fuga repentina alla rotonda dell’auto di Setti ed il conseguente lancio dell’oggetto (da noi condannato) che ha mandato in frantumi il vetro».
I tifosi spiegano anche che «a quella rotonda son passati il bus del calcio Verona e la terna arbitrale senza subire alcun tipo di intimidazione».
Già nella giornata di oggi il capo della Digos Francesco Cutolo potrebbe completare l’informativa per la Procura sui fatti di venerdì come da direttive del Questore di Avellino Luigi Botte. A quel punto si aprirà un fascicolo sulla vicenda che sarà assegnato ad un pm dal procuratore. Spingendosi avanti, si potrebbe finanche ipotizzare la natura delle ipotesi accusatorie: danneggiamento, violenza privata, ingiurie. Tutto difficile per l’inchiesta: ci sono due telecamere in zona, una puntata in direzione opposta alla scena l’altra non funzionante. Gli ultrà dicono di non avere filmati. Va anche detto che i dirigenti del Verona hanno presentato una propria denuncia querela che avrà un suo seguito giudiziario.
Il sinsaco di avellino, Paolo Foti, intanto chiede scusa: "Un episodio inqualificabile, la città di Avellino non merita di essere infangata." Leggi l'articolo completo su
Il Mattino