Veleni nella Valle del Sabato Festa si appella a De Luca

Veleni nella Valle del Sabato Festa si appella a De Luca
«I risultati dello studio Spes sono la cronaca di una morte annunciata, quella della Valle del Sabato. La Regione deve intervenire». ...

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«I risultati dello studio Spes sono la cronaca di una morte annunciata, quella della Valle del Sabato. La Regione deve intervenire».


Il sindaco Gianluca Festa rispolvera la sua anima verde e lo fa al confronto promosso dall'associazione SiPuò che riaccende i riflettori sull'emergenza ambientale della Valle del Sabato e della Valle dell'Irno dopo gli allarmanti risultati dello studio Spes che hanno rilevato cadmio e mercurio in quantità preoccupanti nelle feci, nel sangue e nelle urine di duecento cittadini irpini che volontariamente hanno partecipato al programma avviato nel 2016 dall'Istituto Zooprofilattico.
Un confronto a più voci per analizzare i dati e guardare al da farsi partendo dalla consapevolezza che non c'è più tempo da perdere. «I dati non ci hanno meravigliato, per anni siamo stati additati come folli e aizzatori di piazza - prosegue il sindaco di Avellino - già ventuno anni fa l'allora Governatore Rastrelli immaginò di insediare da noi un inceneritore e dovemmo alzare le barricate. E le cose non sono cambiate visto che quattro anni fa Bonavitacola decise di mettere un impianto di compostaggio nello Stir, come se non bastasse tutto quello che c'è a Pianodardine, e da consigliere provinciale, seppure in solitudine, votai contro». Il sindaco non si sottrae sul tema sforamenti di polveri sottili: «Andrebbe effettuato uno studio specifico per capire quanto incide l'hinterland, dove non ci sono centraline, sui dati raccolti da quelle che per legge sono presenti in città. La regia però deve essere regionale perché il Comune da solo non può farcela ad ampliare verifiche e monitoraggi e ad effettuare le necessarie bonifiche. Dobbiamo pretendere insieme, a prescindere dai colori politici, che la Valle del Sabato diventi vertenza regionale».


Ad entrare nel dettaglio del programma e soprattutto a spiegarne lo scopo, Antonio Limone direttore dell'Istituto Zooprofilattico. «Abbiamo messo in campo un lavoro innovativo ed esportabile. Al netto dei dati - spiega - è importante centrare l'obiettivo che deve essere quello di arrivare ad una sanità di prevenzione. Bisogna individuare le criticità attraverso lo studio dei biomarcatori ad effetto, stabilire una correlazione con l'ambiente e tracciare la migrazione del contaminante verso l'uomo per poter intervenire prima che la malattia diventi degenerativa. Un modello da iniettare nei dipartimenti di prevenzione delle Asl su tutto il territorio campano e poi nazionale. Le malattie oncologiche impiegano circa dieci anni a modificare il dna delle persone prima di generare forme tumorali o malattie cronico degenerative. Un approccio di prevenzione con screening non generici ma mirati può cambiare le cose. Contestualmente la prima operazione è tracciare le contaminazioni e ridurre il rischio, cioè impedendo che l'inquinamento continui a far danni».


Poi una chiosa polemica con Nicola Fratoianni, coordinatore nazionale di Sinistra Italiana e autore di una interrogazione parlamentare che Limone definisce «integralismo becero, perché se avessimo riscontrato un pericolo immediato avremmo contattato immediatamente le persone coinvolte». Affermazione poco gradita al segretario provinciale di Si Roberto Montefusco «Non credo che l'emergenza ambientale sia colpa di Fratoianni, ma di decenni di politiche ambientali ed industriali sbagliate».
Al netto delle polemiche restano i dati che chiamano all'azione, come evidenzia il capogruppo di SiPuò Amalio Santoro: «Presenterò un ordine del giorno perché anche la città capoluogo deve fare la sua parte sia per incrementare lo screening sulla popolazione interessata e aiutare i cittadini che volontariamente si sono sottoposti allo studio, sia per incrementare i controlli. Al sindaco dico di chiarire anche qualche contraddizione, perché mentre immaginiamo la città dei parchi come il Fenestrelle e del San Francesco e costruiamo il piano del verde, si annunciano interventi impattanti come il raddoppio della strada variante».


Restano in attesa di una convocazione del Prefetto, le associazioni ambientaliste. «Non c'è più tempo - commenta Franco Mazza - chiediamo innanzitutto che i risultati degli esami tossicologici vengano comunicati ai diretti interessati e che venga loro indicato cosa fare anche sul piano terapeutico. Poi l'indagine epidemiologica va estesa a tutta l'area del territorio più prossima al nucleo industriale».
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Il Mattino