Avellino, vertenza rifiuti irrisolta: città sporca e scontro politico aperto

La raccolta è ricominciata ma la frazione indifferenziata è destinata ad aumentare

La manifestazione dei lavoratori dei rifiuti
Sebbene non sia approdata ad un cambio di rotta nella scelta del sindaco Festa sulla gestione del ciclo integrato, la due giorni di sciopero di IrpiniAmbiente ha, comunque,...

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Sebbene non sia approdata ad un cambio di rotta nella scelta del sindaco Festa sulla gestione del ciclo integrato, la due giorni di sciopero di IrpiniAmbiente ha, comunque, lasciato specie in città tracce evidenti. In diversi quartieri popolari, da San Tommaso a Rione Mazzini, oltre alla zona di Valle, ma non solo, fanno bella mostra di sé cumuli di rifiuti di vario genere. Non c'è una distinzione, l'organico si confonde con l'indifferenziato e non manca qualche busta, sparsa qua e là, colma di bottiglie di vetro.

In pratica, sono presenti, accanto ai bidoni condominiali o direttamente in strada, tutte le frazioni della raccolta differenziata che, con l'astensione dal lavoro degli operatori ecologici, non sono state raccolte. I sacchetti sono ammassati insieme, uno sull'altro, senza un criterio se non quello dell'inciviltà. Certo, perché lo spettacolo indecoroso andato in scena soprattutto da ieri è proprio figlio di una mancanza di rispetto per le più basilari norme di una civile convivenza. Del resto, i mucchi selvaggi di immondizia accatastati in alcune zone del capoluogo rispondono a questa sciagurata logica egoistica: conferire i rifiuti previsti dal calendario nonostante il divieto per il blocco del servizio dovuto allo sciopero, solo per non averli in casa per un paio di giorni in più. Stessa situazione, ma meno marcata, in alcuni centri della provincia dove pure si sono registrate situazioni simili, come ad esempio Ariano Irpino.

Se per due giorni, quindi, sono stati i cittadini, quelli corretti, che restano la stragrande maggioranza, a patire qualche disagio rispetto al fermo del servizio, adesso saranno gli stessi operatori di IrpiniAmbiente ad avere non poche difficoltà, trovandosi a ritirare la frazione prevista dal calendario dei conferimenti dei singoli comuni dovendo anche liberare le aree dagli altri cumuli di rifiuti. Sia per una questione di decoro urbano che per permettere ai colleghi di poter effettuare la pulizia dei luoghi. Il rischio, davvero elevatissimo, è che alla fine, nell'impossibilità di fare una corretta diversificazione dei materiali, tutto venga ritirato in un'unica soluzione, mandando così all'aria un grosso carico di differenziata. Naturalmente, benché presenti in numero cospicuo, questi casi di "conferimento selvaggio", sicuramente da biasimare, rappresentano una percentuale ridotta rispetto al contesto generale.

Un altro strascico, in questo caso polemico, l'iniziativa dei sindacati di categoria e dei lavoratori della partecipata della Provincia di Avellino lo lascia all'interno del quadro politico locale. Tirato in ballo proprio dal sindaco Festa durante il confronto con i manifestanti sulla dubbia bontà della decisione di andare verso una società in house interamente pubblica, infatti, il presidente dell'Ato, Vittorio D'Alessio, fa sapere che il percorso deciso passa per una serie di valutazioni e analisi approfondite.

Il vertice di Collina Liguorini e il Consiglio dell'ente d'ambito sgomberano il campo da ogni equivoco: «La decisione di affidare il servizio di gestione integrata dei rifiuti urbani a una società in house, a totale capitale pubblico, non è frutto di una posizione preconcetta o di un capriccio. Del resto, lo stesso primo cittadino di Avellino afferma che "all'inizio sembrava fossero tutti d'accordo ad affidare il servizio ad una società mista". Ci siamo avvalsi di una serie di valutazioni, in primis la relazione ed il piano economico e finanziario, quest'ultimo asseverato dalla Deloitte & Touche spa, redatti dal dipartimento di giurisprudenza dell'Università degli Studi Parthenope di Napoli. Secondo questo studio l'affidamento in house ad una società interamente pubblica avrebbe rappresentato la soluzione migliore per garantire l'efficienza e l'economicità della gestione del ciclo integrato dei rifiuti».
E aggiungono: «La scelta, dunque, ha rappresentato la naturale conseguenza dell'analisi svolta. Una precisazione doverosa alla luce dei tentativi di strumentalizzare la posizione dell'Ato rifiuti rispetto al percorso individuato».


Domani, intanto, è prevista l'assemblea dei sindaci dell'ambito per il parere consultivo sul bilancio di previsione. Un'occasione per parlare del futuro del servizio in Irpinia.
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Il Mattino