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È stata arrestata la mamma di Aiello del Sabato che aveva segregato in casa la figlia 21enne. La giovane era legata con una catena alla ringhiera delle scale o al letto, costretta a stare per lunghi periodi al buio, in condizioni igieniche precarie e a mangiare una sola volta al giorno. Una situazione agghiacciante, che si trascinava da alcuni anni.
A far scattare le manette nei confronti della donna, una 47enne del posto, sono stati i Carabinieri del Comando Provinciale di Avellino, diretti dal colonnello Luigi Bramati, che hanno dato esecuzione a un'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gio del Tribunale del capoluogo. La 47enne si trova ora ristretta nel carcere di Bellizzi Irpino. Deve rispondere dei reati di maltrattamenti in famiglia, lesioni personali aggravate e sequestro di persona. Indagato anche il marito, 46enne di Aiello del Sabato, in concorso per gli stessi reati contestati alla moglie, perché - secondo l'accusa - non si sarebbe opposto alle condotte tenute dalla consorte. L'uomo, inoltre, è stato raggiunto dai provvedimenti di allontanamento dalla casa familiare e di divieto di avvicinamento alle persone offese. La sua posizione resta al vaglio degli investigatori. Il sindaco di Aiello del Sabato, Sebastiano Gaeta, è stato nominato dalla Procura della Repubblica curatore speciale dei quattro figli minori della coppia, che sono di età compresa tra i 13 e i 16 anni. Gli adolescenti sono stati assegnati a una casa famiglia.
In tutto sono otto i figli della coppia. La 21enne segregata e la sorella di 23 anni che ha denunciato i maltrattamenti e ha permesso di far scoprire il tutto si trovano in una struttura protetta.
La 21enne era stata legata con delle catene chiuse da lucchetti alla ringhiera della scala all'interno dell'abitazione e in altre occasioni anche al proprio letto. Così è stata trovata dai militari della Stazione di Aiello quando hanno fatto irruzione nell'immobile, in seguito alla richiesta di aiuto della sorella della vittima. Agli occhi dei Carabinieri la situazione è apparsa subito molto grave. La giovane presentava ferite, probabilmente causate dai tentativi di liberarsi dalle catene. È stato, infatti, richiesto l'intervento dei sanitari del 118. Secondo quanto raccontato dalla ragazza, avrebbe subito anche ripetute violenze, forse picchiata in diverse occasioni. Azioni violente che sarebbero state compiute sempre dalla madre. Maltrattamenti che duravano da anni. Almeno quattro. Circostanza che i Carabinieri stanno accertando.
A supporto delle indagini, che sono coordinate dalla Procura della Repubblica (titolare è il magistrato Paola Galdo) i Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale, guidati dal maggiore Pietro Laghezza. Qualche anno fa, quando era ancora minorenne, la giovane scappò di casa. Fu ritrovata alcune ore più tardi dopo aver passato la notte nei boschi alla periferia del paese. Probabilmente era già vittima dei maltrattamenti della madre. La ragazza ha lo stesso nome della nonna paterna. E questo avrebbe fatto scatenare l'ira della madre perché i suoi rapporti con la suocera non sarebbero stati sempre idilliaci. Questo sembra essere il motivo alla base di tanta violenza e sofferenza. Così come la richiesta negata dalla giovane di assistere la madre in seguito a un intervento chirurgico. Ma è ancora tutto al vaglio degli investigatori.
I militari stanno cercando di capire anche se gli altri figli della coppia abbiano subito maltrattamenti. Una storia che ha sconvolto la comunità di Aiello del Sabato. Nessuno si sarebbe mai accorto dell'orrore che stava accadendo in quella casa. Una famiglia che agli occhi degli altri è sempre apparsa normale, che non ha mai dato fastidio a nessuno. Il padre è giardiniere che conoscono in tanti. Gli altri figli frequentano il paese come tanti altri ragazzi. Domani mattina l'interrogatorio della 47enne difesa dall'avvocato Francesco Buonaiuto.
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Il Mattino