Acqua contaminata, è caccia ai dati degli ultimi due anni

L'Arpac: Server sotto attacco hacker, dati inservibili"

L'impianto idrico di Pezzapiana
La caccia alle cause dell'inquinamento da tetracloroetilene è solo agli inizi. A una settimana dal clamoroso picco di 250 microgrammi a Pezzapiana, è ancora buio...

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La caccia alle cause dell'inquinamento da tetracloroetilene è solo agli inizi. A una settimana dal clamoroso picco di 250 microgrammi a Pezzapiana, è ancora buio fitto sulle motivazioni dell'exploit che ha determinato la mini-crisi idrica in una parte consistente del perimetro urbano.

Non sono arrivati responsi illuminanti nemmeno dal report trasmesso ieri dall'Arpac all'amministrazione comunale. Come si ricorderà, lunedì Clemente Mastella aveva richiesto formalmente agli enti istituzionali di controllo e a Gesesa relazioni dettagliate sui controlli effettuati presso i punti prelievo cittadini lungo la rete ad uso idropotabile. Resoconto che avrebbe dovuto abbracciare, secondo i desiderata del primo cittadino, il periodo compreso tra lo scorso 1 ottobre e il 17 novembre, data dell'ordinanza sindacale di divieto dettata dall'Asl. I riscontri forniti ieri al Comune dal dipartimento provinciale dell'Agenzia regionale per l'ambiente, però, si sono limitati a un periodo ben più ristretto: dal 15 al 18 novembre.

Ovvero esclusivamente la fase calda a cavallo della ordinanza. Ennesima prova dei rapporti gelidi venutisi a creare tra l'Agenzia e l'amministrazione civica? Interpellati in merito, i vertici Arpac spiegano così la scelta: «Com'è noto, i server informatici dell'Agenzia sono stati colpiti da un gravissimo attacco hacker che si protrae da mesi e limita fortemente l'iter di pubblicazione dei dati certificati secondo la procedura prevista. Provvederemo comunque a trasmettere quanto richiestoci già nelle prossime ore, parallelamente all'espletamento degli inderogabili compiti d'ufficio. In ogni caso, il dettaglio degli esami effettuati dai nostri laboratori è stato periodicamente trasmesso all'Asl così come stabilisce la legge, e l'Asl, per quanto ci consta, ha già fornito al Comune le informazioni richieste».

Evidente il riferimento al resoconto inviato nelle scorse ore dal responsabile del dipartimento Prevenzione della Asl Tommaso Zerella al sindaco Mastella, con il dettaglio dei controlli effettuati tra il 12 settembre e il 17 novembre. Il report ha confermato ancora una volta come gli unici valori anomali comparsi negli ultimi mesi lungo la intera rete di monitoraggio siano quelli dei campioni prelevati il 15 novembre (189 microgrammi) e il 17 novembre (250 microgrammi) al boccapozzo di Pezzapiana. Valori monstre ben diversi da quelli censiti dalla stessa Asl a brevissima distanza, come nel caso del fontanino di piazza Basile (area Pezzapiana) che nella medesima giornata del 17 novembre non andavano oltre gli 1,1 microgrammi di tetracloroetilene.

Il mistero sulle cause del maxi picco resta dunque intatto. Proverà a far luce il team di detective dell'Unisannio incaricato allo scopo dall'amministrazione municipale. Ma perché le indagini abbiano un fondamento scientifico, occorrerà un panel di dati molto più esteso e approfondito di quello oggi a disposizione. Lo hanno chiarito Francesco Fiorillo e Libera Esposito, docenti presso il dipartimento di Scienze e tecnologie dell'ateneo, che hanno preso parte al summit svoltosi ieri pomeriggio a Palazzo Mosti. Al tavolo i dirigenti comunali Gennaro Santamaria e Maurizio Perlingieri e i rappresentanti di Artea, laboratorio di riferimento per Gesesa, e Teknimond, ditta incaricata dell'esecuzione tecnica dei rilievi previsti dal piano di caratterizzazione dell'area oggetto della contaminazione tra Pezzapiana e Campo Mazzoni.

«A prima vista, i valori elevatissimi riscontrati nei giorni scorsi appaiono un'anomalia - hanno rilevato gli esperti dell'ateneo sannita -. Ma per una lettura comparata e diacronica del fenomeno, ci occorrono le serie analitiche dei campionamenti eseguiti negli ultimi due anni». Istanza che sarà girata già questa mattina da Palazzo Mosti agli uffici competenti di Asl, Arpac e Gesesa, che dunque si vedranno recapitare un'ulteriore richiesta di documentazione probabilmente non graditissima in via Oderisio e in via Napoli. Nessun problema, evidentemente, per Gesesa. Il summit di ieri ha escluso la possibilità di una ripartenza immediata del piano di caratterizzazione fermo dallo scorso anno. I tecnici di Artea e Teknimond hanno caldeggiato l'esecuzione delle attività concentrate in un periodo ristretto, così da avere riscontri con la necessaria continuità temporale. I vertici comunali hanno dunque optato per l'attesa dell'erogazione almeno parziale del finanziamento ad hoc da 177mila euro deliberato tre giorni dalla Giunta regionale.
 

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Il Mattino