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Iniziata sul finire di settembre è in pieno svolgimento la campagna di raccolta della mela Annurca. La «regina» delle mele che nel corso degli ultimi anni ha saputo ritagliarsi un spazio sempre maggiore sul mercato ortofrutticolo sia nazionale che internazionale. Dal 2006 all'Annurca è stato riconosciuto il marchio di Indicazione geografica protetta (Igp) con la denominazione di «Melannurca Campana».
Prodotta in 137 Comuni di tutte le 5 province, è però nel Sannio, in particolare a Sant'Agata de' Goti, che il frutto ha raggiunto una fortissima identificazione con il territorio divenendo produzione tipica e di eccellenza. La raccolta della mela annurca avviene quando il frutto non è ancora del tutto maturo. Il processo di maturazione si completerà a terra, nei melai e terminerà a fine dicembre. Così l'annurca si fa paesaggio, nota di colore che arricchisce la prospettiva di pianori e colline ed è facile imbattersi, percorrendo le strade del Sannio, nei campi dove le mele pian piano arrossano, curate da mani sapienti che ne controllano il grado di maturazione per esporre al sole la faccia più acerba.
La raccolta 2022 si sta rivelando buona, spiega Giuseppe Giaccio, presidente del «Consorzio Melannurca Campana Igp» che riunisce produttori delle province di Benevento, Napoli e Caserta.
Difficoltà ben note alle organizzazioni di categoria. I ricavi, anche volendo essere ottimisti, spiegano Alfonso Del Basso e Carmine Fusco rispettivamente componente della giunta regionale e presidente provinciale di Cia, non arriveranno mai a coprire i rincari di gasolio ed elettricità. «I produttori hanno dovuto inoltre affrontare ricordano anche i danni dovuti a grandine e parassiti. Fortunatamente, nel complesso, la qualità di quest'anno è buona così come la pezzatura delle mele. Non possiamo lamentarci su questa prima fase di commercializzazione, ma ricordiamo che si tratta delle primizie. Sarà importante vedere quale sarà la risposta del mercato».
Per Gennaro Masiello, vicepresidente nazionale di Coldiretti, è tempo di affrontare anche per questo comparto una seria discussione sulla filiera: «I produttori stanno avendo grandi difficoltà nell'affrontare i maggiori costi di produzione. Ecco perché come Coldiretti sosteniamo la necessità di arrivare ad un contratto di filiera che sia chiaro e che tuteli i produttori stessi. Non si può aspettare di arrivare al frutto maturo per andare sul mercato, chi produce deve sapere già prima della potatura che tipo di prodotto vuole il cliente».
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