Arco di Traiano, biglietto da visita con auto e rifiuti a Benevento

Arco di Traiano, biglietto da visita con auto e rifiuti a Benevento
Fortunatamente gli occhi vengono catturati dalla maestà dell'opera e i nasi restano rivolti in su a lungo. Ma prima o poi lo sguardo si posa anche alla base e nei...

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Fortunatamente gli occhi vengono catturati dalla maestà dell'opera e i nasi restano rivolti in su a lungo. Ma prima o poi lo sguardo si posa anche alla base e nei dintorni dell'Arco di Traiano, e cominciano i guai. I turisti continuano a puntare i loro navigatori su Benevento. Principale attrattore è il colosso bimillenario di travertino. «Siamo qui per ammirare l'arco trionfale più bello del mondo, riferisce estasiato il docente dell'Università Popolare di Torino, coordinatore della visita formativa ai siti archeologici campani. Pende dalle sue labbra il gruppo di trenta allievi appartenenti da tempo alla fascia anagrafica degli «anta». Hanno già visitato i più importanti monumenti italiani, occhi allenati al bello. E al brutto: «Benevento è notevole, l'Arco emozionante. Ma perché non fate qualcosa per questi?».

 
La turista settantenne indica i rifiuti d'ogni tipo che punteggiano il prato ai piedi del monumento. Non isolate cartacce trascinate dal vento ma depositi diffusi che macchiano il vestito delle grandi occasioni. Le aiuole sono ancora più imbarazzanti. Qualcuno ha ritenuto che non vi fosse posto migliore per abbandonare due buste con l'immondizia di casa. Altri si sono «limitati» a consumare un pranzo al sacco con vista mozzafiato e a dare testimonianza del proprio passaggio a pochi metri dalla grande bellezza. Bicchieri di plastica, lattine e involucri d'ogni genere e misura rappresentano solo una faccia della vergogna. Gli escrementi canini che abbondano ovunque, finanche sul selciato marmoreo, sono un pugno nell'occhio. Non inquina ma non depone bene nemmeno il tronco che giace esanime, vittima dell'ultima tempesta di vento. È lì nell'angolo dove il marciapiedi del monumento incrocia la salita d'accesso al quartiere latino. Impossibile non vederlo. «Come mai non lo tolgono?», domanda una incredula trentina affiliata al gruppo degli universitari agée. Difficile darle una risposta. E non sa trovarne nemmeno la banconista dello storico «Sirena», il bar più vicino all'Arco. «È caduto due settimane fa, quando ci fu un fortissimo vento e il temporale. Da allora non è venuto nessuno a toglierlo. Ma non possiamo prendercela solo con amministratori o dipendenti comunali. Vedo molte persone puntare dritte verso il prato per le esigenze fisiologiche dei propri cani: l'area è trasformata in un vespasiano».


E storico si può considerare l'altro grave problema che affligge il monumento, il traffico caotico e fuori controllo che esplode nelle ore di punta. Auto lasciate in sosta; bus che si susseguono offuscando la imperiosa silhouette; mezzi commerciali impegnati in tutta serenità nel carico e scarico merci. L'area del resto non presenta alcun segnale di divieto ben in vista e per trovarne uno bisogna arrivare allo scollinamento di via del Pomerio. Una piaga più volte denunciata da Il Mattino e immancabilmente indicata come tema qualificante dei Piani mobilità. L'obiettivo è ridurre il flusso veicolare. Ma serve anche la rimozione di rifiuti ed escrementi. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino