Benevento: confessa rapina, il pm gli crede dopo quattro anni

Benevento: confessa rapina, il pm gli crede dopo quattro anni
BENEVENTO - Due giovani sono da tempo imputati di rapina. Ma un terzo uomo si autoaccusa di essere lui l’autore del colpo, scagionando così uno dei due imputati. Una...

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BENEVENTO - Due giovani sono da tempo imputati di rapina. Ma un terzo uomo si autoaccusa di essere lui l’autore del colpo, scagionando così uno dei due imputati. Una svolta imprevista di un processo giunto alla fase finale, al punto che si era in attesa della sentenza. Ieri mattina stava per essere emesso il verdetto per Mirco Botticelli, 24 anni, e Luca Saviano, di 25 anni, imputati di una rapina all’edicola Tabacchi Varrella, ubicata in città a via Delcogliano, nei pressi dell’ospedale Rummo. Un colpo messo a segno nell’agosto del 2013 con un modesto bottino, solo trecento euro. I due rapinatori indossavano jeans e felpe, avevano il capo coperto dai cappucci ed i volti travisati da passamontagna; impugnavano un coltello ed una pistola semiautomatica. Si erano fatti consegnare dal titolare dell’edicola il denaro e poi si erano dileguati a piedi, dopo aver anche minacciato con un coltello una dei clienti. Qualche ora dopo gli agenti della Squadra Mobile arrestavano Mirco Botticelli. Poi nella mattinata seguente finiva in manette anche Luca Saviano, entrambi residenti alla Pacevecchia, poco lontano dal negozio preso di mira. 

Luca Saviano ammetteva, dopo l’arresto di essere l’autore della rapina, non così l’altro arrestato che sosteneva la sua estraneità al colpo. Ma sin da primo momento c’era stato una terza persona, un trentenne, che si era recato in Questura, ed aveva sostenuto di essere lui uno degli autori del colpo scagionando Mirco Botticelli. Gli inquirenti però non gli avevano creduto ed avevano imputato sia Botticelli che Saviano quali autori di quella rapina. Nel corso delle varie udienze erano stati ascoltati i vari testi davanti al collegio presieduto da Maria Ilaria Romano. Ieri mattina a sorpresa il pubblico ministero, Patrizia Filomena Rosa, ha sostenuto prima di pronunziare la requisitoria con le richieste di condanna per i due imputati, di voler ascoltare come teste colui che si era autodenunciato come autore del colpo, accogliendo così una richiesta, che era stata avanzata del difensore di Botticelli, l’avvocato Antonio Leone, e che ha trovato consenziente anche il difensore dell’altro imputato, l’avvocato Stefano Sessano. Il collegio giudicante ha quindi deciso che nell’udienza del 2 marzo sarà ascoltato come teste colui che si proclama autore del colpo. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino