Benevento, Della Valle si laurea honoris causa

Benevento, Della Valle si laurea honoris causa
BENEVENTO - Arriva in quella che considera terra anche sua. Quando impatta i primi taccuini e microfoni si meraviglia quasi delle domande sulla crisi e sugli alti significati...

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BENEVENTO - Arriva in quella che considera terra anche sua. Quando impatta i primi taccuini e microfoni si meraviglia quasi delle domande sulla crisi e sugli alti significati della cerimonia che sta per iniziare nell’auditorium Sant’Agostino. «Sto qui, non c’è nulla di diverso dalla mia terra, tutto è così uguale, si respirano le stesse tradizioni, la stessa fatica dei nostri genitori, la voglia di cambiare restando se stessi. E poi ci sono quelle squisitezze che mangerò a casa di Sandra e di Clemente. Questa è gioia, voglia di resistere». Diego Della Valle sembra chiarire subito che per lui il Sannio prima di tutto sono i coniugi Mastella. Lo ricorderà anche introducendo poco dopo la sua lectio magistralis prima che il rettore Filippo de Rossi gli conferisca la laurea in Economia e management. Ma è contento, e molto, di ricevere un riconoscimento così alto con motivazioni sorprendenti anche per lui. Quelle redatte dalla facoltà di Economia che gli attribuisce la laurea, colte, articolate e che raccontano con assoluta precisione una realtà imprenditoriale che contribuisce a trainare il made in Italy nel mondo, appariranno però superate dalla descrizione, sobria, essenziale, a volte significativamente colorita, che mister Tod’s fa della sua vita di imprenditore. Spunta la vera motivazione non scritta: dottore non tanto per quanto ha fatto e sta facendo ma per quello che pensa di fare. «Non perdere mai il rapporto con le persone e i territori - dice -. E soprattutto organizzare in maniera sistemica la generosità che il 90% degli imprenditori italiani dimostra. Fare bene il nostro lavoro di imprenditori è assolutamente normale, altrettanto realizzare gli obiettivi della crescita. Ma non basta. Le imprese devono chiudere il cerchio e la filiera della loro stessa ragione sociale, cioè restituire al territorio parte del successo che hanno ottenuto».


Così l’imprenditore «socialmente responsabile» detta il «manifesto» degli imprenditori generosi che quotidianamente fanno i conti con i loro bilanci mentre cercano di capire quello che accade ai semplici cittadini e ai loro stessi lavoratori. «Ricomporre una logica redistributiva - dice Della Valle -, né più né meno di quanto diceva mio nonno: chi più ha più ne metta». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino