FORTORE - Come un fluido sotterraneo che improvvisamente riaffiora. I progetti per l'estrazione petrolifera nel Sannio sembravano ormai consegnati all'archivio dei ricordi...
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L'elenco dei Comuni coinvolti riguarda soprattutto Fortore e pre-Fortore ma anche altri comprensori della provincia arrivando a toccare il capoluogo. Nel dettaglio, il progetto «Pietra Spaccata» interessa 18 comuni: San Marco dei Cavoti, Baselice, Camplattaro, Casalduni, Castelpagano, Circello, Colle Sannita, Foiano, Fragneto l'Abate, Molinara, Fragneto Monforte, Morcone, Pago Veiano, Castelvetere, Pesco Sannita, Pontelandolfo, Reino, San Giorgio la Molara. In totale l'areale di indagine misura 333 chilometri quadrati. Municipi che in parte ricorrono anche nella lista dei centri inclusi nel progetto «Case Capozzi» mentre alcuni sono toccati solo da quest'ultimo. È il caso di Apice, Benevento, Buonalbergo, Castelfranco in Miscano, Ginestra degli Schiavoni, Montefalcone, Paduli, Pietrelcina, San Giorgio del Sannio, San Nicola Manfredi, Sant'Arcangelo. In «Case Capozzi» c'è anche il coinvolgimento di quattro centri irpini (Casalbore, Montecalvo, Ariano, Melito) per un perimetro di 423 chilometri quadrati.
Ma quale senso dare all'invito? Laconica la missiva di convocazione: «Si fa seguito a precedenti incontri relativi al permesso di ricerca al fine di acquisire eventuali valutazioni finalizzate all'eventuale emanazione del relativo e successivo provvedimento». All'origine dell'iniziativa c'è la lettera di sollecito inviata il 9 novembre alla Regione dal Mise, che dovrà licenziare il verdetto definitivo sulle due proposte dopo aver acquisito il parere dirimente di Napoli. Un passaggio più politico che tecnico dopo l'inopinata esclusione dei progetti dalla procedura di Valutazione di impatto ambientale. E pertanto Palazzo Santa Lucia vuole tastare il polso agli enti locali prima di decidere. I sindaci sanniti saranno chiamati a esprimere l'orientamento del territorio che non è mai sembrato conquistato dall'idea di trasformarsi in un piccolo Texas, o nella più vicina Val d'Agri se si preferisce. Ma è vero anche che sul tema spesso ci si è mossi più sull'onda emozionale che in base a elementi di conoscenza approfonditi. «Delta Energy» negli anni addietro aveva avviato una campagna di incontri con i rappresentanti istituzionali e le comunità locali. L'opinione pubblica si era comunque espressa in maniera largamente maggioritaria contro le trivellazioni. Di questo tenore resta il parere di Mauro De Ieso, sindaco di Pago Veiano: «Eravamo e restiamo contrari a tali progetti. Il nostro territorio fa della pregevolezza naturalistica il proprio punto di forza che contiamo di tradurre sempre di più anche in leva di sviluppo economico. Reputiamo incompatibili i progetti petroliferi con questo scenario e pertanto diremo no. Un no motivato, e non aprioristico nei confronti delle grandi opere utili al territorio come Tav o Tap». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino