Beni culturali, il ministero lascia a secco il Sannio: «Così è impossibile gestire»

Beni culturali, il ministero lascia a secco il Sannio: «Così è impossibile gestire»
Il ministero effettua il riparto delle risorse per la gestione dei beni culturali e assegna al Sannio un incredibile zero. La lettura delle tabelle allegate al decreto 34 firmato...

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Il ministero effettua il riparto delle risorse per la gestione dei beni culturali e assegna al Sannio un incredibile zero. La lettura delle tabelle allegate al decreto 34 firmato nei giorni scorsi dal ministro Dario Franceschini è un sonoro ceffone per Benevento e provincia. Nella «Programmazione triennale dei lavori pubblici 2022-2024» del dicastero, ma soprattutto nel «Programma annuale 2022» non c'è spazio nemmeno per un obolo destinato alla città dell'Arco di Traiano e delle infinite altre vestigia custodite tra le Mura. Un'assenza fragorosa che ha fatto scattare la reazione persino della solitamente imperturbabile Soprintendenza che ha trasmesso a Roma una formale nota di protesta.



Riavvolgendo il filo per verificare nel dettaglio quanto stabilito dal decreto del ministero Beni culturali, nell'elenco degli interventi finanziati per l'anno in corso, Benevento figura sempre e soltanto alla voce delle richieste inevase. Area verde dell'ex convento San Felice (sede degli uffici cittadini del ministero), Anfiteatro romano di via Munazio Planco, spazi verdi nei pressi del criptoportico dei Santi Quaranta erano le istanze avanzate dalla Soprintendenza per l'ambito cittadino, insieme alla riqualificazione dei depositi archeologici e all'adeguamento impiantistico dello stesso San Felice. Per quanto riguarda i comuni della provincia, le richieste vertevano su anfiteatro e terme della antica Telesia a San Salvatore Telesino, sul ponte romano delle Chianche in quel di Buonalbergo, sulla chiesa dell'Annunziata di Airola e sull'omonimo edificio di culto a Limatola. Tutti desolatamente a bocca asciutta e costretti a sperare di avere maggiore fortuna nelle annualità successive per le quali il ministero promette di essere più prodigo. Gli unici, modesti assegni staccati per il Sannio riguardano l'Archivio di Stato, al quale viene riconosciuto un budget di 13.720 euro per il restauro conservativo del materiale detenuto, e 6.000 euro per rimettere in sesto le attrezzature fotografiche del ricco archivio Intorcia. 

Una condizione che rischia di divenire ingestibile per la Soprintendenza, chiamata a far fronte senza risorse alle pur minime esigenze di manutenzione degli spazi ricadenti sotto la sua giurisdizione in provincia. Non ne fa mistero il numero uno della Soprintendenza per i beni paesaggistici e archeologici di Benevento e Caserta Mario Pagano: «Ho segnalato formalmente al ministero con una nota spedita venerdì la situazione di sostanziale impossibilità ad operare presso i siti affidatici nel Sannio. Senza un minimo di fondi non è possibile garantire nemmeno il minimo delle funzioni richieste. Si rileva peraltro uno squilibrio tra quanto deciso per la provincia di Benevento e le altre province. Ho chiesto pertanto al ministero di voler correggere la suddivisione delle spettanze, proponendo di garantire almeno 130mila euro al Sannio anche attraverso uno storno sulla provincia di Caserta ad isorisorse complessive, se necessario». 

In effetti colpisce l'evidente sperequazione esistente nelle tabelle ministeriali tra il Sannio e le altre province campane. Caserta ad esempio potrà contare sui 100mila euro messi a disposizione per «Lavori di manutenzione e messa in sicurezza delle sedi della Soprintendenza», cui si aggiungono i 130mila attribuiti per il «Restauro dei siti archeologici e manutenzione aree verdi» nei comuni di Calvi Risorta, Cellole, Santa Maria Capua Vetere, Sessa Aurunca, San Prisco, Curti, Alife. A Napoli vanno 150mila euro per «Lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria delle aree archeologiche di competenza». La Soprintendenza di Avellino e Salerno potrà beneficiare di 100mila euro per la gestione delle sedi di competenza. Fondi inoltre per interventi localizzati da eseguire all'Eremo di Camaldoli di Vico Equense, al Castello delle Pietre di Capua, presso la Chiesa dell'Immacolata di Prata di Principato Ultra, alla Villa Romana a Pozzuoli, presso l'area archeologica di Atripalda. 

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Il Mattino