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Giornata di confronto all'Università del Sannio che ieri presso Palazzo San Domenico ha ospitato Padre Enzo Fortunato, frate minore conventuale, giornalista e scrittore, autore del libro «Processo a Francesco. Il messaggio del Santo nella rivoluzione di papa Bergoglio». L'iniziativa, nell'ambito del progetto «Legalità è cultura della R.E.L.Azione» finanziato dal ministero dell'Università e della Ricerca, è stata un dialogo a più voci, cui hanno preso parte il sindaco Clemente Mastella, l'arcivescovo Felice Accrocca, il procuratore Aldo Policastro, il rettore Gerardo Canfora, il docente di sociologia Francesco Vespasiano, il dottorando Gabriele Uva e l'assessore Antonella Tartaglia Polcini, responsabile scientifica del progetto.
Il volume presentato dall'autore che è anche collaboratore del pontefice, traccia un parallelismo tra le figure del Papa e quella del santo di Assisi, soffermandosi, in particolare, sui processi a cui il santo di Assisi fu sottoposto e ai continui attacchi, anche interni alla Chiesa, a cui viene sottoposto il pontefice.
«Ognuno di noi è chiamato in atto ad attuare quel meccanismo che san Francesco ha vissuto e che il sociologo Bauman ha teorizzato - ha spiegato il frate - e che consiste nell'allargare la componente del noi, e diminuire il rapporto dell'io e loro. Per essere protagonisti della società capitalistica bisogna vivere questa dimensione». Padre Fortunato ha inoltre ricordato alcuni momenti vissuti con papa Francesco: «Ogni volta che il pontefice ha incontrato i giovani, come quelli della "Tavola della Pace" ad Assisi, ho avuto modo di vedere da vicino come gli si rivolgeva, anche in maniera informale. Il suo consiglio più frequente era "mi raccomando, ribellatevi". Io teorizzo nel libro la ribellione costruttiva. Ognuno di noi ha attraversato dei momenti in cui si è sentito messo da parte. Sono eventi che devono dare forza. Se non ti scoraggi vai avanti». Per tornare al tratto comune che Papa Francesco condivide con il santo di Assisi, l'autore ha spiegato: «Francesco non rispondeva alle critiche. Papa Francesco ha messo in atto lo stesso metodo. La spiegazione è sia psicologica che di fede. Dal punto di vista psicologico, si spiega con la volontà di non alimentare l'aggressività. Papa Francesco ha ricevuto critiche, le ha lette e ha preso quello che di queste trovava veramente interessante. Poi c'è la risposta di fede: «Chi sono io per giudicare?».
Il Mattino