È venuto alla luce privo di vita domenica mattina nel reparto di Ostetricia e Ginecologia all'ospedale Rummo e per questo sono state avviate le indagini dalla Procura...
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LA DENUNCIA
La storia, che riguarda una coppia di trentenni di Benevento, lei casalinga, lui operaio, si è consumata nell'arco di 48 ore, senza che ci fosse alcun segno premonitore del dramma che si sarebbe consumato. «La mia cliente spiega Federico Paolucci, legale della coppia era al termine della gravidanza e si è recata in ospedale nella giornata di sabato perché aveva accusato dolori che l'avevano messa in allarme. È stata visitata e dimessa stesso in giornata, in quanto le indagini compiute dai medici non avrebbero riscontrato alcuna necessità di ricovero, né l'imminenza del parto. Tuttavia, nella notte tra sabato e domenica i dolori si sono ripresentati e quindi la mattina di domenica, la coppia è tornata in ospedale». È a questo punto che la puerpera è stata sottoposta a nuovi controlli ed è stata ricoverata. «È stata trasferita in sala parto continua Paolucci e il feto è nato morto nonostante, per quanto mi è stato riferito dai genitori, dal monitoraggio effettuato nella fase del travaglio, il suo cuoricino batteva ancora. Un elemento da valutare, insieme ad altri, in quanto i medici non si sono trovati di fronte a una gravidanza difficile oppure a una paziente avanti negli anni o che aveva manifestato segni di sofferenza. La mia cliente ha avuto un percorso normale e senza alcuna complicanza, con un epilogo del tutto inatteso». La coppia dovrà decidere ore se nominare un consulente di parte che assista all'esame autoptico, che stabilirà con esattezza se la sua morte sia stata determinata da un errore di valutazione oppure da cause naturali. L'azienda ospedaliera non ha ancora predisposto alcuna indagine interna per accertare la dinamica dei fatti perché non c'è stato ancora il tempo materiale per valutare l'accaduto, mentre, nella tarda serata di ieri, Angelo Leone, legale di una delle due ginecologhe indagate, ha incontrato la sua cliente per essere informato sull'accaduto e valutare la posizione della sua assistita, che avrà modo, al pari della collega, di dimostrare la correttezza del proprio operato e di non avere responsabilità nella tragedia.
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Il Mattino