Quanto può incidere un solo calciatore sugli equilibri di una squadra? La risposta non è mai scontata. In alcune circostanze poco o nulla. In altre, parecchio. Forse...
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Nel caso di Tello è il contrario: la testa che gira a ripetizione e rischia di volar via è metaforicamente quella degli avversari, che non riescono a stargli dietro, a mettergli un freno, a tenerlo quando punta il fondo o sgattaiola in area di rigore. Non sai mai quando e da dove stia arrivando. Te lo ritrovi davanti, alle spalle, di lato, in uno schiocco di dita (tanto per rafforzare il climax). Il 4-3-2-1 con Hetemaj-Schiattarella-Viola escluderebbe Tello, o al massimo indurrebbe Inzaghi a sistemarlo sulla linea dei rifinitori. Ma non sarebbe la stessa cosa e neppure il momento propizio di sperimentare. Inzaghi punta forte su Tello, ha speso tempo in ritiro per convincerlo che quella fosse la posizione ideale per sviluppare il suo potenziale e tornare a essere un calciatore di livello assoluto. Al di là di qualche piccola imprecisione, dovuta a una tecnica non eccessivamente raffinata (ma nonostante questo ogni tanto è in grado sfoderare colpi strabilianti), il 23enne di Medellin prelevato nel 2015 dalla Juventus (militava nell'Envigado), dopo che aveva convinto Marotta e Paratici, nella stagione in corso ha elevato il suo rendimento fino a raggiungere uno standard mai toccato prima, neppure nelle parentesi a Cagliari e Bari.
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Inzaghi non rinuncia a Tello, l'adattato che ha più gamba di tutti gli esterni e che, per questo forse, è più esterno degli altri. Anche su di lui Inzaghi ha visto lungo, al pari di Foggia che, restio com'è verso le spese eccessive, aveva convinto Vigorito a investire ben 2,5 milioni di euro per il suo cartellino. Andrés ha una responsabilità importante sul groppone, e cioè dimostrare di meritarla tutta quella cifra. Magari facendo in modo che per il Benevento, tra qualche tempo, quell'esborso si trasformi in plusvalenza, con buona pace dei bianconeri che pensavano d'aver fatto un affare con la sua cessione e di quei «detrattori» che hanno sempre sostenuto che fosse stato strapagato. Un Tello più maturo è la svolta tattica, il cuscino su cui Inzaghi poggia il suo 4-4-2, quello che fa dormire sonni tranquilli perché ne ammorbidisce i meccanismi, li rende più fluidi e scorrevoli.
Ora bisogna solo capire se Kragl farà da contraltare: il centrocampista tedesco è in ripresa, è stato lasciato a riposo per un bel po' di giorni. Inzaghi confida di averlo a disposizione per sabato. Ancora qualche dubbio, intanto, per Armenteros, che lamenta fastidi alla spalla. In questo senso la decisione è già presa: dal primo minuto in campo ci sarà Sau e, sul piano dell'assetto, non cambierà nulla. Inzaghi vuol prendersi qualche altro giorno prima di fare le scelte risolutive. Le uniche assenze certe, per adesso, restano quelle di Volta e Caldirola. Quanto al pubblico, la prevendita ha preso gradualmente a decollare. Oltrepassata la soglia dei 1000 tagliandi venduti, si punta a raddoppiarli al massimo entro domani. Quota 10mila non è mai stata così vicina.
Importante novità dal Consiglio direttivo della Lega di B, riunitosi ieri a Milano e a cui ha preso parte anche il presidente Oreste Vigorito. Ufficializzato l'utilizzo del Var in cadetteria sin dalla stagione in corso, con l'avvio di una fase sperimentale per poi trovare la sua definitiva introduzione durante playoff e playout. Dall'anno prossimo, la nuova tecnologia sarà presente su tutti i campi della Serie B, in regime di continuità con la massima categoria. Per il Benevento non sarà la prima volta con il Var, visto che lo ha già incrociato ai tempi della fugace apparizione in A.
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Il Mattino