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L'ipotesi licenziamenti continua a spaventare decine di famiglie sannite: continua lo stato di agitazione di centinaia di lavoratori che ieri mattina hanno bloccato l'Appia per circa un'ora. La protesta dei 130 operai dello stabilimento Cam di Paolisi azienda del gruppo Dema è stata organizzata in vista del prossimo 8 febbraio, giorno in cui il tribunale dovrebbe esprimersi sul piano industriale proposto dal gruppo. Un piano che non convince i lavoratori in quanto l'azienda avrebbe intenzione di ridurre di circa il 30 per cento le unità occupazionali tra gli stabilimenti pugliesi e campani.
Per questo motivo ieri mattina - prima di occupare la trafficata arteria causando lunghe code e disagi sull'Appia con il necessario intervento delle forze dell'ordine - i dipendenti Cam hanno partecipato all'assemblea sindacale con i vertici regionali Fim, Fiom e Uilm, tutti compatti nel denunciare «il rischio concreto che l'industria metalmeccanica Campana fallisca».
Durante l'incontro Massimiliano Guglielmi della Fiom ha evidenziato che «la tabella di marcia, ovvero i tagli annunciati, non convincono. Entro l'8 febbraio ha spiegato - il tribunale dovrebbe pronunciarsi sul piano industriale che, a nostro parere è molto debole, quindi si deve intervenire e dare risposte concrete. Non si può continuare a speculare sui sacrifici di lavoratori e lavoratrici che, da mesi, stanno andando avanti per dare continuità al gruppo. Il nostro intento è spingere, l'azienda innanzitutto, ma anche chi ha responsabilità politica ed istituzionale ad impegnarsi. Come gli altri stabilimenti Dema anche questo del Beneventano deve farsi sentire»
Anche Antonio Accurso, della Uilm Campania, è della stessa opinione: «Il gruppo ha evidenziato - deve essere rilanciato, ma ognuno deve fare la propria parte: i lavoratori devono far capire che, così, le cose non vanno bene.
Il sindacalista Fim, Raffaele Apetino, accende i riflettori sullo stabilimento di Paolisi che «non può essere considerato collaterale del gruppo Dema ma parte integrante. C'è stata una cattiva organizzazione che ha generato debiti, questi precisa il sindacalista - non sono stati causati dalla professionalità dei lavoratori». Inoltre, le sigle sindacali Fim-Fiom-Uilm annunciano: «Non staremo a guardare la desertificazione dell'industria metalmeccanica nell'indifferenza delle istituzioni e chiediamo alla Regione di avviare un tavolo permanente di confronto».
A chiedere di salvaguardare i posti di lavoro è anche il primo cittadino di Paolisi, Umberto Maietta: «In un territorio già in difficoltà bisogna tutelare l'occupazione, non ci possiamo permettere altri sacrifici in termini occupazionali. Tra l'altro, la nostra terra ogni anno vede migliaia di giovani migrare e, noi forze politiche, dobbiamo fare in modo che ciò non avvenga».
Il senatore caudino di FdI, Domenico Matera, preoccupato per le ultime vicende, si dice pronto ad «attivare tutti i canali possibili per poter interloquire con l'azienda e comprendere se i piani di riorganizzazione possano prevedere una formula alternativa, rispetto a questo taglio netto di circa 50 persone, troppo doloroso da poter essere metabolizzato. Il licenziamento ha ribadito Matera - è sempre un atto doloroso, ma lo è ancora di più in questo momento storico di forte crisi».
Il Mattino