«Cappella Carafa da riaprire subito», scontro tra i cinquestelle e le suore

«Cappella Carafa da riaprire subito», scontro tra i cinquestelle e le suore
Chiusa da decenni, la Cappella Carafa, uno dei gioielli d'arte del Cinquecento più significativi del Rinascimento figurativo in provincia di Benevento, resta anche...

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Chiusa da decenni, la Cappella Carafa, uno dei gioielli d'arte del Cinquecento più significativi del Rinascimento figurativo in provincia di Benevento, resta anche quest'anno inaccessibile al pubblico, perché «chiusa» nel monastero delle monache francescane di clausura «Regina Coeli». A non conoscerla sono soprattutto i giovani per le regole applicate dall'attuale badessa del convento. A nulla sono valsi i numerosi tentativi bonari di riaprirla al pubblico, posti in essere dalla Pro Loco, presso il vescovo Battaglia e il padre provinciale francescano. L'ultima parola spetta, infatti, alle monache.


Adesso è il consigliere comunale di M5s Bartolomeo Laudando, a riprovarci, con una lettera indirizzata al segretariato regionale del Mibac e alla Soprintendenza archeologica e Belle arti di Caserta in cui si chiede per quale motivo, nonostante i consistenti lavori di risanamento, recupero e restauro del monastero di Airola effettuati negli ultimi anni, la Cappella Carafa non sia ancora aperta al pubblico. «Il decreto legislativo 48/2004 ribadisce Laudando prevede che siano aperti al pubblico gli immobili oggetto di interventi conservativi a spese dello Stato. Ebbene, per il restauro del monastero sono stati spesi 186mila euro, dopo il terremoto, altri 74mila nel 1990, richiesti altri 195mila euro nel 2010, fino all'ultimo contributo del 2016 per rifare l'impianto di illuminazione del monastero. A trentotto anni dal primo finanziamento, però, ancora non viene consentito al pubblico di visitare la Cappella Carafa, un bene che appartiene a tutta la comunità di Airola».
 
Pronto l'intervento del soprintendente di Caserta, Salvatore Buonomo che ha richiesto alla madre badessa del monastero di «relazionare, precisando i motivi che impediscono di rendere accessibile e visitabile al pubblico la Cappella Carafa, come previsto dalla legge».

La chiesetta venne edificata come «juspatronato laicale» agli inizi del 500 su commissione di donna Ippolita Carafa, quasi un secolo prima della costruzione del monastero. Però successivamente fu «inglobata» nelle mura del nuovo edificio, rimanendone in qualche modo «prigioniera».


Al suo interno si trovano bellissimi affreschi su tutte le pareti, di pregevole fattura e alto valore artistico: «È inconcepibile dice il presidente della Pro Loco, Ettore Ruggiero che nel 2019 non sia ancora possibile visitare questo importantissimo gioiello rinascimentale. Mi auguro che qualcosa cambi presto, per il bene di tanti giovani e la conoscenza del nostro territorio».
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Il Mattino