Castelvetere, nascono Elisa e Sofia: primi «bonus bebè» parrocchiali

Castelvetere, nascono Elisa e Sofia: primi «bonus bebè» parrocchiali
Promessa mantenuta, via al progetto che potrà diventare sistema. E visto che parliamo di Chiesa, ed essa si traduce nei territori in cui si incarna, ecco servita la...

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Promessa mantenuta, via al progetto che potrà diventare sistema. E visto che parliamo di Chiesa, ed essa si traduce nei territori in cui si incarna, ecco servita la missione, per certi versi la profezia. Siamo nel cuore del Fortore, campo di testimonianza tra emarginazione, desertificazione e spopolamento. Quasi naturale allora quel bonus bebè ideato dalla parrocchia San Nicola vescovo di Castelvetere Valfortore, meno di mille abitanti, sempre meno nascite ma un borgo e una comunità in simbiosi. Eccole le prime bambine a stringere l'assegno di 500 euro. Sono Elisa (i genitori Gianmario e Nicoletta) e Sofia (papà Nicola e mamma Antonella). Tocca a loro aprire una nuova stagione per invertire la rotta fatta di 33 funerali e soli due battesimi all'anno.

 
Con questo gesto concreto della parrocchia le famiglie non si sentono sole nella straordinaria impresa di concepire nuove vite, c'è una comunità che collabora con «lavora» per farla crescere anche in termini numerici. Con lo stesso spirito del tempo questa Chiesa del Fortore si è spinta a cogliere altri spunti evangelici da tradurre in azioni pratiche di testimonianza, l'offerta di ospitalità per due migranti che si trovano sulla nave Open Arms che si confronta con i porti chiusi, e la dichiarazione di parrocchia «Plastic free» per la tutela dell'ambiente e la salvaguardia del creato. «Vogliono essere azioni semplici ma concrete dice il parroco, don Armando Valerino -, cerchiamo di dare speranza e futuro ai nostri borghi, alla nostra gente, al nostro pianeta. Noi il vangelo vogliamo viverlo così».


Intanto la raccolta fondi dei fedeli prosegue, un invito molto esplicito ai giovani, un investimento sulla sopravvivenza di Castelvetere. Il desiderio di predisporre le condizioni, compreso un maggiore impegno politico, per lo sviluppo del territorio, e la ripartenza della staffetta tra le generazioni che da troppo tempo resta ai blocchi. Questa parrocchia, testimone del Fortore che non si arrende, è una delle punte avanzate del progetto innescato dai vescovi della Metropolia beneventana per il rilancio delle aree interne. Il tema della vita non è affatto secondario come sostiene don Armando: «Ogni nuovo nato è un tassello che poniamo sul mosaico della vita di queste terre, un impulso di coraggio perché si possa anche scegliere di vivere il proprio singolo sogno in questa terra e non altrove». Il parroco ha tanta voglia di celebrare più battesimi che funerali, di ribaltare l'attuale tendenza. Perché no, proprio dal lontano (in tutti i sensi) Fortore, dove il tentativo di purificare il devozionismo e dare senso alla pietà popolare si sposa con la riconversione funzionale delle offerte, spostandole dai ceri e messe di suffragio al sostegno alla vita, alle famiglie, ai nascituri. La generosità dei fedeli ha consentito già due bonus bebè. «A costo di indebitarci chiude don Armando proseguiremo a garantire l'incentivo alle coppie, sono certo che la comunità si sentirà sempre più unita e solidale». Intanto, con il Comune e con il sindaco Gianfranco Mottola si studiano sgravi e incentivi per le famiglie con figli a carico. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino