Coronavirus a Benevento: Pasqua, riti senza fedeli e Via Crucis in duomo

Coronavirus a Benevento: Pasqua, riti senza fedeli e Via Crucis in duomo
È ufficiale. I riti della Settimana Santa si terranno senza la partecipazione dei fedeli. Proseguirà la quarantena delle chiese e con essa il digiuno di comunione,...

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È ufficiale. I riti della Settimana Santa si terranno senza la partecipazione dei fedeli. Proseguirà la quarantena delle chiese e con essa il digiuno di comunione, quella fisica fatta di condivisione e di incontro, e quella sacramentale. Saranno giorni però vissuti, per i credenti, secondo la tradizione della Chiesa che, specie in certe parti del Paese, si rinnova quasi in sincrono con quella laica, attraverso incroci umani e relazionali costruiti nella storia e che fondano quasi esclusivamente sullo scambio di memoria, di emozioni e di contatto fisico (di abbracci non se ne parlerà per molto) che stavolta non potrà realizzarsi. Dunque niente celebrazioni pubbliche. I riti della Domenica delle Palme, il mercoledì dedicato alla messa crismale con la benedizione degli olii per i sacramenti, il giovedì e la memoria dell'Ultima Cena, il venerdì con il ricordo della Passione, il sabato e la Veglia pasquale, la messa del giorno di Pasqua, tutto cancellato. Le disposizioni del Vaticano per la Chiesa universale sono state recepite dalla Conferenza Episcopale Italiana e saranno attuate in tutte le diocesi. Ai mezzi di comunicazione sociale allora il compito di raggiungere tutti quelli che vorranno condividere il tradizionale itinerario di fede che segna il momento più alto dell'anno liturgico.

LE DISPOSIZIONI
L'arcivescovo Felice Accrocca predisporrà una sorta di manuale per seguire con puntualità, nonostante la straordinarietà del momento, tutte le celebrazioni che egli stesso presiederà e che saranno trasmesse dall'emittente diocesana Tele Speranza ma che potrebbero essere diffuse attraverso un pool di emittenti. Scenario delle riprese sarà la cattedrale, della quale verranno utilizzati gli spazi e i luoghi più simbolici ed evocativi. L'annullamento dei riti in versione pubblica, naturalmente, prevede anche la soppressione della processione del Venerdì Santo, oltre a quel rito che negli anni ha finito per essere qualcosa più simile a una scadenza scaramantica («vale se ne facciamo 3 o numeri dispari»), ovvero lo «struscio», al secolo l'adorazione davanti agli altari della reposizione. Ne saranno realizzati nelle chiese per la preghiera via social, in cattedrale probabilmente sarà organizzata una veglia di adorazione.
IL PROGRAMMA

Veniamo alla processione del Cristo Morto. Come è noto quella cittadina ogni anno parte dalla chiesa di Sant'Anna al corso Garibaldi dove la statua del Cristo, come quella di Sant'Anna, venivano invocate dal popolo in occasione di gravi calamità tra le quali le epidemie che colpirono Benevento nel 700, quella di peste del 1867 e l'influenza Spagnola del 1918. Sarà sostituita da una Via Crucis presieduta dall'arcivescovo all'interno del duomo. Si sta studiando la formula più adatta anche alle esigenze televisive. Tra le ipotesi al vaglio dei vertici della Curia quella di trasferire per l'occasione in duomo la statua del Cristo Morto e consentire che non si spezzi il filo che, soprattutto nel giorno del ricordo della Passione, lega i beneventani a questa immagine. Appena pronto, il programma della Settimana Santa sarà diffuso con un'articolata guida alla preghiera e alla riflessione. Altri gesti simbolici per coinvolgere i fedeli e consentire loro di condividere i momenti di spiritualità senza però dimenticare il dramma che si sta vivendo in tutto il mondo saranno decisi nelle prossime ore. Questa mattina Accrocca si recherà in privato davanti al cimitero cittadino per benedire i morti delle settimane scorse per i quali non è stato possibile celebrare i funerali. Un segno rivolto anche ai sacerdoti deceduti a causa del Coronavirus, in particolare quelli delle diocesi campane, di cui uno della diocesi gemella di Ariano Irpino-Lacedonia. Un gesto di solidarietà l'arcivescovo lo ha intanto voluto rivolgere, con una telefonata, al suo confratello, vescovo di Bergamo, Francesco Beschi. In questa sola diocesi 21 i sacerdoti vittime dell'epidemia del Covid-19 nello svolgimento del proprio dovere di assistenza spirituale.
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Il Mattino