Covid, altalena di casi e preoccupazione: «Ci sfuggono i tamponi fai da te»

Covid, altalena di casi e preoccupazione: «Ci sfuggono i tamponi fai da te»
Sono 152 i contagi emersi dal bollettino quotidiano della Protezione civile, in aumento rispetto ai 110 di mercoledì, mentre rimane fermo a 28 il numero dei pazienti in...

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Sono 152 i contagi emersi dal bollettino quotidiano della Protezione civile, in aumento rispetto ai 110 di mercoledì, mentre rimane fermo a 28 il numero dei pazienti in degenza nei reparti Covid del Rummo. Continua il trend altalenante della pandemia che sembrerebbe non essere in una fase di particolare incremento dei positivi. Tuttavia, il condizionale è d'obbligo perché c'è un sommerso per quanto riguarda l'attività di testing, che non consente di avere un quadro dettagliato della situazione. 



A confermarlo, il direttore generale dell'Asl Gennaro Volpe. «Purtroppo dice in questa fase non abbiamo il polso della situazione in quanto stiamo assistendo al fenomeno del tamponamento a piacere, visto che chi ha il sospetto di avere il Covid, finisce per fare il tampone autonomamente pur di non lasciarne traccia in piattaforma. È scarsa anche l'adesione alla campagna vaccinale e questa non è una buona pratica in quanto la vaccinazione di massa è servita a evitare che il Covid facesse molte più vittime di quante ne abbia fatte». Una situazione, quella evidenziata dal manager, che trova pieno riscontro, sia per quanto riguarda l'attività di testing che per i vaccini, nelle osservazioni fatte dai medici di famiglia sull'andamento della pandemia e sulle abitudini degli assistiti. 

Atteggiamenti, dunque, che se perpetuati nel tempo, potrebbero determinare una nuova ondata della pandemia, difficilmente arginabile, considerata la rapidità di diffusione delle nuove varianti. Infatti, proprio nelle ultime ore, una variante di Sars-Cov2, battezzata Gryphon, è finita sotto i riflettori dell'Oms (Organizzazione mondiale della sanità) per la sua capacità di diffusione. È già stata segnalata in 26 Paesi, inclusa l'Italia ed è classificata come la variante più immunoevasiva identificata fino a oggi. In pratica, secondo quanto chiarito dall'Oms, si tratta della strategia di evasione virale e di quella serie di meccanismi che i virus hanno evolutivamente sviluppato per superare le difese immunitarie dell'organismo ospite. La difficile gestione del virus, che potrebbe determinare nuove ondate pandemiche, particolarmente intense sta spingendo i ricercatori a trovare soluzioni più efficaci dei vaccini. In quest'ottica, uno studio dell'Oregon State University si sta concentrando su una terapia universale che, grazie alla nanotecnologia, consenta di bloccare all'origine l'insinuarsi del virus nel nostro organismo. Ha dimostrato che è possibile stimolare la produzione di una proteina in grado di impedire a più varianti del virus di entrare nelle cellule e causare malattie respiratorie. 

Intanto va avanti lentamente l'attività vaccinale, che ieri si è conclusa con 147 somministrazioni di quarte dosi, effettuate tra l'hub dell'ex caserma Pepicelli e i centri vaccinali di Sant'Agata de' Goti, San Marco dei Cavoti e San Bartolomeo in Galdo. 

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Il Mattino