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«Da lunedì stiamo lavorando ininterrottamente per ben quattordici ore al giorno e abbiamo la rubrica degli appuntamenti già piena per le prossime due settimane. La gente non vedeva l'ora di tornare nei nostri saloni per curare i capelli e la propria persona. La sensazione è quella di normalità». Emblematiche le parole del parrucchiere Vincenzo Santini, titolare del negozio Veil. Una fotografia che, tutto sommato, è quasi simile per tanti altri colleghi a conferma che c'è almeno qualche settore che tira a dispetto della pandemia, mentre commercianti di abbigliamento, gioiellerie e calzature attendono il ritorno dei clienti e i ristoratori addirittura la data per poter riaprire. «Ci siamo ripresi alla grande - dice Manuel Menditto, titolare di Prezy Andrea - con tantissimi clienti anche se per le cerimonie è ancora tutto fermo. Pensate che siamo pieni per i prossimi venti giorni. Un po' di paura non manca, frutto di un terrorismo psicologico che ha coinvolto praticamente tutti e che speriamo al più presto possa finire, anche se la nostra utenza quando viene da noi è tranquilla. Il nostro locale è di oltre 200 metri quadrati e, soprattutto, siamo rigidi su tutti i protocolli».
In questo lockdown, però, per Menditto «si è verificato un fenomeno scandaloso con tante persone che hanno continuato a lavorare. Oltre agli abusivi che costituiscono una piaga stravecchia, ci sono stati anche colleghi con esperienza pluriennale che, pur di lavorare, hanno continuato a svolgere l'attività nelle loro case».
«Stiamo lavorando a pieno ritmo - conferma il parrucchiere Giovanni Russo -, pensate che la sera siamo costretti a restare aperti fino alle 21.30.
«Fortunatamente - dice l'estetista Ester Caporaso - sin da lunedì c'è stata subito ressa. Sto avendo tantissimi appuntamenti per manicure, pedicure, trattamenti estetici e depilazione. La gente potendo ci farebbe lavorare anche di notte. Il fenomeno particolare è che in tanti vanno di fretta perché hanno paura che si possa richiudere». «Stiamo facendo notte - dice Angela Russo titolare de Il Tempio di Iside - per soddisfare le richieste delle nostre tantissime clienti che ho notato con piacere sono tranquille e serene. C'è, però, da fare la denuncia relativa all'abusivismo che è ulteriormente dilagato durante il lockdown. Noi chiusi, con le spese e penalizzati, gli altri a lavorare. Ci sono centinaia di ragazze che lavorano a nero. Ho segnalato la cosa anche a Striscia la notizia».
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