Covid a Benevento, sprint vaccini per gli over 80: via ai primi richiami

Covid a Benevento, sprint vaccini per gli over 80: via ai primi richiami
È ricominciata ieri la campagna vaccinale per gli over 80 negli ambulatori di via Minghetti, con la somministrazione di 100 prime dosi agli anziani registrati in...

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È ricominciata ieri la campagna vaccinale per gli over 80 negli ambulatori di via Minghetti, con la somministrazione di 100 prime dosi agli anziani registrati in piattaforma e 64 richiami a chi aveva già ricevuto la prima inoculazione. Si procederà con il doppio filone per tutto il weekend per velocizzare l'operazione e concluderla il prima possibile per passare subito alle fasce deboli con la somministrazione del Pfizer. Poi quando si concluderà la campagna vaccinale destinata al personale scolastico, sarà il turno delle forze dell'ordine cui sarà somministrato l'AstraZeneca. Comunque, il personale sanitario dell'Asl è impegnato su due fronti, con la preparazione e l'inoculazione sia del Pfizer che dell'AstraZeneca, seguendo contemporaneamente un doppio filone. Insomma, si accelera con i vaccini allo scopo di potenziare la prevenzione della malattia ma il lavoro da svolgere è ancora tanto, prima che si riesca a raggiungere tutte le fasce di popolazione in attesa. Per questo, si tentano anche altre vie che possano aiutare i sanitari nella fase di cura, fino a quando non si raggiungerà la famigerata e sospirata immunità di gregge.

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Proprio ieri, il manager dell'azienda ospedaliera «San Pio» Mario Ferrante al Rummo ha incontrato i primari dei reparti Covid per stabilire le linee guida per l'utilizzo standardizzato del siero autoimmune e degli anticorpi monoclonali sui pazienti Covid. In pratica, gli anticorpi monoclonali possiedono un'affinità altamente specifica per un determinato tipo di antigene a cui si legano per ottenere una marcata risposta immunitaria. Nel caso del Covid, si legano alla proteina spike che avvolge il virus, impedendogli di penetrare nelle cellule dell'organismo. La somministrazione degli anticorpi monoclonali avviene per via parenterale, in particolare mediante infusioni endovenose della durata di qualche ora. Non possono essere assunti per via orale perché, essendo proteine, verrebbero digerite e distrutte. Invece, il plasma iperimmune funziona più o meno come tutte le immunoglobuline somministrate per le altre malattie infettive, viene prelevato da pazienti che hanno superato la malattia e serve a fornire ai malati gli anticorpi utili a contrastare gli effetti provocati dal virus. In genere, la terapia preventiva con immunoglobuline, ha sortito ottimi effetti su malattie come morbillo, varicella, parotite epidemica e altre più gravi e pericolose, prima che si mettessero a punto i vaccini per ridurne l'incidenza.

Sul fronte dei contagi, si registra un sensibile aumento dei casi nel Sannio. Sono 69 i positivi su 289 tamponi analizzati e 40 i guariti. Il dato significativo è rappresentato dal numero esiguo di tamponi processati da cui è emerso, invece, un numero in proporzione decisamente alto di nuovi casi. Si appesantisce anche il bilancio dei decessi al Rummo dopo 72 ore di tregua. A perdere la battaglia contro il Covid una 54enne di San Marcellino (Caserta) ricoverata in Terapia intensiva. Salgono così a 234 le morti da inizio pandemia, a 218 da agosto (160 i sanniti). Sono, invece, 361 i tamponi processati al Rummo da cui emergono 32 nuovi contagi. Aumentano anche gli accessi nell'area Covid dell'ospedale. Sono cinque i ricoveri nelle ultime 24 ore, per un totale di 54 degenze, 21 delle quali relative a pazienti provenienti da altre province. Il decesso della 54enne ha colpito perché è il secondo in pochi giorni di persone sulla cinquantina di anni. Lunedì il Covid si era portato via Luigi Voccola, il poliziotto-eroe (fu premiato per aver salvato un baby ciclista) di 51 anni, anche lui ricoverato in Terapia intensiva. «Come più volte ho affermato dice Ferrante la percentuale di decessi tra i pazienti che arrivano in ospedale già in condizioni tali da richiedere il ricovero immediato in Terapia intensiva, è molto alta. Per questo, è necessario evitare di arrivare in ospedale in gravi condizioni. A quel punto la terapia farmacologica non funziona più e i pazienti vengono tenuti in vita dalle macchine, nella speranza che reagiscano. Stiamo facendo il possibile per garantire le migliori cure ai nostri pazienti e, a questo scopo, abbiamo accelerato anche sulla somministrazione del plasma iperimmune e degli anticorpi monoclonali».

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Il Mattino