Covid, il Sannio piange altre sei vittime e i ricoveri continuano senza sosta

Covid, il Sannio piange altre sei vittime e i ricoveri continuano senza sosta
Domenica tragica al «Rummo» dove sono stati registrati sei decessi. A perdere la battaglia contro il Covid un 61enne e una 62enne del capoluogo, una 69enne di Cerreto...

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Domenica tragica al «Rummo» dove sono stati registrati sei decessi. A perdere la battaglia contro il Covid un 61enne e una 62enne del capoluogo, una 69enne di Cerreto Sannita, un 69enne di Guardia Sanframondi, una 78enne di Circello e un 79enne di Montesarchio. Il territorio del Sannio piange sei vittime del Covid in un solo giorno. Salgono così a 265 i decessi da inizio pandemia, a 248 da agosto (185 i sanniti). Tra le vittime, Giuseppe Pellegrino, consigliere dell'Asi di Benevento, ricordato in una nota accorata dal presidente Luigi Barone. «Conobbi Giuseppe Pellegrino scrive il giorno del mio insediamento ai vertici dell'Asi sannita. Mi votò senza condizioni e subito ebbe inizio un rapporto di collaborazione che mi fruttò consigli utili sul bilancio e sulle finanze dell'ente. In poco più di due anni, il nostro rapporto si è consolidato e la sua professionalità si è dimostrata di grande utilità per il Consorzio. Abbiamo perso un validissimo consigliere che questo maledetto Covid ha portato via prematuramente alla sua famiglia».

In sensibile aumento anche gli accessi nei reparti Covid del «Rummo» dove il numero dei posti letto occupati è sceso dai 77 di sabato a 75, ma solo per effetto dei sei decessi e di tre guarigioni. C'è stato, infatti, un andirivieni continuo di ambulanze con a bordo i sette pazienti Covid trasportati in pronto soccorso a cominciare dalle prime ore del mattino. Dei 167 tamponi processati 50 hanno dato esito positivo ma solo 14 rappresentano nuovi casi. Un bilancio pesantissimo, soprattutto per quanto riguarda i decessi, cui si aggiunge quello del numero già abbastanza alto di morti, registrato nell'intera settimana: 18 da martedì scorso a ieri. Una cifra elevatissima che, forse, non è stata mai raggiunta in un anno di pandemia. Moderato, invece, il trend dei contagi riferiti dall'Asl: 43 i positivi su 460 tamponi analizzati e 30 i guariti. «L'almanacco delle prossime settimane e dei prossimi mesi dice il sindaco Clemente Mastella prevede una recrudescenza del virus che si manifesta attraverso le varianti. Bisogna accelerare il passo sulle vaccinazioni per migliorare la situazione. Subito dopo Pasqua, per quanto mi ha riferito il direttore generale dell'Asl, si riusciranno a fare fino a 2000 dosi al giorno nell'ex caserma Pepicelli».

Domani sarà aperta un'altra sede vaccinale in città nell'oratorio di via Bosco Lucarelli, mentre da mercoledì si comincerà con il truck dell'Asl nel cortile della caserma Pepicelli. Invece, dopo Pasqua, si continuerà anche all'interno della struttura, non appena i locali saranno liberati dalla Caritas diocesana che li ha in uso per la distribuzione dei panieri alimentari. Quindi, già nei prossimi giorni, l'oratorio «Giardini Angela Merici», sede dell'ex asilo delle suore Orsoline, affiancherà l'ambulatorio di via Minghetti nell'attività vaccinale ma subito dopo il lunedì in Albis si entrerà nel vivo dell'operazione con l'inizio della vaccinazione di massa che consentirà l'inoculazione di circa 2000 dosi al giorno. Sarà in questa nuova fase che si riuscirà a far procedere la campagna vaccinale su più binari paralleli, procedendo con maggiore celerità. Una svolta decisiva, se si pensa che il traguardo delle 1000 dosi è stato raggiunto, non senza sforzi, nell'arco degli ultimi cinque giorni della settimana appena trascorsa dal personale del centro vaccinale di via Minghetti in cui sono stati somministrati poco meno di 1000 vaccini. Nella mattinata di ieri sono state inoculate 150 dosi di AstraZeneca ai 70enni (l'Asl aveva annunciato la ripresa in settimana) nell'ambulatorio di rione Libertà ma 47 persone sono state rispedite a casa, perché appartenenti alla categoria dei pazienti fragili e sette hanno rifiutato la somministrazione delle dosi di AstraZeneca. Un lavoro senza sosta, di 12/13 ore al giorno che ha consentito di procedere in modo spedito con la somministrazione delle dosi ma che deve essere compiuto in luoghi che danno la possibilità di organizzare più postazioni, ognuna delle quali gestita da gruppi di sanitari che possano alternarsi secondo una turnazione preordinata e che possono vaccinare categorie diverse. In questa fase, dopo la sospensione dell'operazione vaccinale di martedì agli over 70, si sta procedendo chiamando, di volta in volta, soprattutto nel weekend, chi era già prenotato per i giorni scorsi, in attesa di cominciare a pieno regime. 

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Il Mattino