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Gli arredi esterni dei locali restano un nodo cruciale. Palazzo Mosti sta per varare un nuovo disciplinare che aggiorni quello pubblicato nel 2020 in attuazione della normativa nazionale post Covid. Disposizioni finalizzate a rendere più facile la vita agli operatori commerciali di settore, duramente colpiti dalla pandemia. E a usufruirne in città è stata la gran parte delle attività di somministrazione: al momento sono 87 le autorizzazioni rilasciate in modalità agevolata dagli uffici comunali, sulle 96 totali.
Solo 9 sono state emesse sulla scorta del «Regolamento dell'occupazione di suolo pubblico per spazi all'aperto annessi ai locali di pubblico esercizio di somministrazione e per il consumo sul posto» approvato dal Consiglio con delibera del 30 luglio 2019 al culmine di una delle fasi più acute della crisi dei dehors innescata dal procedimento giudiziario, tuttora in corso, nei confronti di alcune attività commerciali del centro storico. Da allora, la situazione lungo corso Garibaldi e nei luoghi simbolo della città storica è sensibilmente migliorata, con la scomparsa delle improbabili gabbie in telo plastificato, ma presenta ancora numerosi punti critici. Allestimenti d'ogni forma e colore si susseguono all'interno delle mura e lungo la via magistrale, con effetto non sempre mirabile. Il sindaco Mastella ha in più occasioni lanciato l'allarme legato alle condizioni di decoro del cuore cittadino, manifestando persino preoccupazione per il mantenimento del brand Unesco.
In un caso sono già scattati i provvedimenti sanzionatori da parte del Comune.
In arrivo dunque maglie più strette per il rilascio di autorizzazioni. «Chiederemo l'ausilio della Soprintendenza al paesaggio - anticipa l'assessore alle Attività produttive Luigi Ambrosone - Siamo consapevoli dell'importanza che rivestono le disposizioni normative per gli operatori economici, ma abbiamo il dovere al contempo di integrare nel miglior modo possibile le attività commerciali nei siti tutelati». E dal neodesignato Soprintendente Gennaro Leva arrivano le prime indicazioni: «Il nostro ufficio è sempre disponibile a fornire collaborazione, ma le regole ci sono già, occorre fermezza per farle rispettare. Ribadiremo quanto già chiarito più volte: nei siti tutelati e tantopiù nelle buffer zone non sono ammissibili in alcun modo panche ancorate a terra, barriere in plexiglass, fioriere in pvc, sedie di plastica, maxi ombrelloni. Le stelle polari, come sempre, sono la tenuità dei colori, la grazia delle forme, la qualità dei materiali. Operare commercialmente in un'area di pregio, del resto, significa anche sostenere un investimento adeguato».
Il Mattino