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Il Pd deluchiano e quello ufficiale divisi da pochi metri. Per capire le divisioni sul territorio del partito di Letta, devi salire sulla Rocca dei rettori di Benevento. Al Museo il vicegovernatore Fulvio Bonavitacola lancia la corsa di Clemente Mastella che si gioca la rielezione a sindaco; dall'altro lato della Rocca, nei giardini, un democrat di peso come il ministro Orlando per Luigi Diego Perifano in corsa con le insegne del Pd. «Noi siamo un nuovo progetto politico per il Sud con Vincenzo De Luca e con personalità di rilievo come Clemente Mastella», dice Fulvio Bonavitacola gonfiando il petto dell'ex leader Udeur. «Al Mezzogiorno serve nuova classe dirigente capace di progettualità vera e non servono quelli che cambiano schieramento continuamente», dice il ministro Orlando senza però citare direttamente chi lo precedette al ministero della Giustizia e ora è avversario delle comunali.
Il vice di De Luca a palazzo Santa Lucia e l'ex leader dell'Udeur mostrano consuetudine e familiarità come se avessero militato nello stesso partito per anni. Non è cosi ma ora il collante è proprio Vincenzo De Luca che di Mastella è alleato di ferro. E Bonavitacola prima è a un'iniziativa con i fuoriusciti del Pd che appoggiano Mastella in una lista civica (si chiama «Essere democratici» non a caso e candida il capogruppo uscente) e poi ad un'altra di Sannio Libera, la civica deluchiana declinata su Benevento.
Il ministro Orlando non nomina mai Mastella ma lo attacca comunque. «Non è più tempo del notabilato politico che cambia casacca e che basa tutto sulle relazioni personali. Serve - aggiunge il politico spezzino citando il competitor di Mastella - una classe dirigente completamente nuova. Anche a Benevento. Non ditelo a Mastella che s'infervora subito». «È pura schizofrenia, non li capisco proprio», attacca. In che senso? «Quando si trattava di trovare una maggioranza per il Conte ter chiamavano Sandra e me ogni giorno ma ora sono contro di me. Nella mia città per giunta... Cose da matti...», s'infervora Mastella che mette un'altra punta di veleno nella sua freccia: «Cinque anni fa comunque, il Pd si ritrovò sotto di sette punti: vediamo stavolta...».
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