BONEA - Una bomba carta, un'altra auto distrutta a Bonea soltanto un mese dopo il rogo che ha interessato la Lancia Ypsilon di una commessa. Questa volta a ritrovarsi la...
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Difficile accorgersi da parte di chiunque, del posizionamento della bomba sull'auto nella strada, denominata via Fizzo ma che in realtà è una periferica di questa provinciale ai confini tra il comune di Bonea e quello di Bucciano. L'auto infatti era parcheggiata dinanzi alla casa del proprietario. Tanto lo spavento come ha raccontato P., anche per i suoi figli. «Oltre all'auto distrutta - ci ha dichiarato insieme alla moglie - ci è stata distrutta la vita. Di quella macchina noi avevamo bisogno per muoverci ma anche per risolvere in questi giorni alcuni problemi dei nostri bambini con l'Asl. Ora sarà difficile da qui raggiungere questi posti senza macchina e certamente possiamo chiedere un passaggio ma non possiamo pretenderlo ogni volta che ci serve». E poi aggiunge: «È difficile capire perché ci è successo questo». A chiarirlo potrebbe essere l'uomo fermato dai carabinieri della Compagnia di Montesarchio che in seguito ad un meticoloso sopralluogo nella zona e a perquisizioni immediate sono riusciti a risalire al probabile autore del gesto. Nessuna certezza però vi è sull'operaio, a cui oltre a diverso materiale, durante la perquisizione, è stato sequestrato anche un accendino. Le pattuglie del Nucleo operativo e radiomobile per il servizio si sono avvalse anche della collaborazione di altri militari impegnati come ogni fine settimana, nel controllo ai reati predatori come disposto dal Comando provinciale. Un paese, Bonea, che sembra non trovare tranquillità da tempo. Gli attentanti tra incendi di auto o bombe carte si verificano con una certa frequenza. Qualche volta gli intervalli tra un episodio criminoso e l'altro non sono durati più di qualche mese. Non è stato così in quest'ultimo caso con la bomba carta che ha distrutto la Fiat Uno e, solo un mese fa, l'auto di una commessa. Un caso questo ancora irrisolto e senza spiegazioni. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino