Fondovalle Isclero «lunare», ​esplode la rabbia dei sindaci

Fondovalle Isclero «lunare», esplode la rabbia dei sindaci
«Fate presto». È un grido unanime quello che nelle ultime ore si sta levando dalla valle telesina per le impietose condizioni in cui versa la «Fondovalle...

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«Fate presto». È un grido unanime quello che nelle ultime ore si sta levando dalla valle telesina per le impietose condizioni in cui versa la «Fondovalle Isclero», la porta di accesso alla capitale europea del vino. Un'opportunità unica per tutto il territorio ma che rischia di ritrovare un ostacolo di non facile gestione nello stato dell'arte in cui si presenta la viabilità e il decoro urbano lungo le strade che attraversano il comprensorio vitivinicolo più grande della Regione. Avvallamenti, buche, voragini a macchie di leopardo che offrono un'immagine «lunare» e anche cumuli di rifiuti ammassati ai lati delle carreggiate in un campionario della vergogna ricco e variegato. Venerdì l'ultimo appello lanciato dal sindaco di Dugenta Clemente Di Cerbo intenzionato a farsi promotore di un vertice allargato alle fasce tricolori del comprensorio. Questione che oggi verrà formalizzata in una richiesta indirizzata ai vertici di Anas già destinatari nelle scorse settimana di una missiva, rimasta inevasa, inoltrata dai cinque sindaci dei comuni capofila della «Sannio Falanghina».

 
«Un biglietto da visita tutt'altro che lusinghiero per i visitatori che si conta e si spera potranno arrivare nel corso dell'anno - dice il sindaco di Frasso Telesino, Pasquale Viscusi - in uno scenario che non risparmia neanche le cantine e le tante aziende che operano nell'areale. Sosterremo ogni azione utile a migliorare le attuali condizioni della Fondovalle ovviamente contiamo sul supporto di tutti, delle istituzioni, delle associazioni di categoria, della base produttiva, delle comunità». Un monito condiviso anche dal sindaco di San Salvatore Telesino, Fabio Romano, resosi disponibile a sostenere l'azione avviata da Clemente Di Cerbo.

A gennaio si sono registrati gli ultimi interventi di manutenzione sull'arteria: fasce di asfalto nei tratti maggiormente ammalorati (ma altri tratti in condizioni simili non sono stati oggetto di rifacimento) e pulizia delle sterpaglie al lato dei guardrail. Un'operazione che ha sancito il passaggio di testimone, in materia di responsabilità, tra la «Rocca» e l'Anas dopo la sottoscrizione, avvenuta lo scorso 21 novembre, del verbale relativo alla ridistribuzione delle competenze di tratti di arterie stradali campane. Un accordo che ha concluso l'iter di rientro avviato nell'agosto 2017 con l'intesa sancita dalla conferenza unificata Stato-Regioni. Obiettivo: garantire la continuità territoriale degli itinerari di valenza nazionale che attraversano le varie regioni, evitando la frammentazione delle competenze nella gestione delle strade e dei trasporti.


Un cambio di rotta che però, almeno per il momento, non ha portato ai risultati sperati. L'ultima opera di rimozione delle micro discariche è stata infatti effettuata nella primavera del 2017 dalla Provincia di Benevento per una spesa complessiva di 100mila euro attraverso la bonifica dai rifiuti delle 19 piazzole di sosta ubicate lungo l'itinerario. Da allora l'odioso fenomeno degli sversamenti abusivi si è riproposto senza soluzione di continuità, giorno dopo giorno, e sino ad arrivare al vergognoso stato attutale. «In questi anni abbiamo tutti sostenuto che dal passaggio delle responsabilità ad Anas sarebbe arrivata la risposta agli annosi problemi del tracciato - dice il sindaco di Amorosi Giuseppe Di Cerbo - ma così non è stato e forse non sarà. La strada è vecchia, va rifatta completamente. In questo momento dobbiamo chiedere che il territorio non venga lasciato solo. Serve una presa di coscienza da parte del Governo nel poter garantire al Sannio infrastrutture degne di un Paese civile». «Servono soluzioni definitive e non più tampone - dice il sindaco di Telese Pasquale Carofano - un piano di pavimentazione straordinaria, pulizia delle piazzole e telecamere per stanare gli incivili». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino