Detenuto in carcere per pedofilia, esce in permesso e viene ucciso

Detenuto in carcere per pedofilia, esce in permesso e viene ucciso
FRASSO TELESINO - Il killer o i killer sono entrati in azione poco dopo le 20, in contrada Selva, a pochi chilometri di distanza dal centro abitato di Frasso. La vittima,...

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FRASSO TELESINO - Il killer o i killer sono entrati in azione poco dopo le 20, in contrada Selva, a pochi chilometri di distanza dal centro abitato di Frasso. La vittima, Giuseppe Matarazzo, un pastore 45enne di Frasso Telesino, è stata ritrovata senza vita nei pressi della sua abitazione dove si trovava in soggiorno premio dal regime di detenzione al quale era sottoposto (a Napoli) dal 2011 per una condanna inflittagli per violenze sessuali per un episodio noto alle cronache di questa piccola parte di entroterra campano risalente al 2008. Probabilmente 3 colpi all'addome che hanno freddato il 45enne, in una strada poco distante dalla casa dove era ritornato da qualche giorno. Rumori improvvisi e del tutto estranei alla tranquillità del luogo che hanno sin da subito destato sospetto con il conseguente allarme lanciato ai carabinieri della locale stazione intervenuti e poi coadiuvati dai colleghi della compagnia di Cerreto Sannita coordinati dal Capitano Francesco Ceccaroni che hanno proceduto ai rilievi necessari per le indagini che saranno coordinate dal sostituto procuratore Francesco Sansobrino. Sul posto anche il medico legale Emilio D'Oro per un primo esame esterno sulla salma in attesa dell'autopsia.


Ragioni, motivazioni e un movente passeranno sotto la lente d'ingrandimento della Procura partendo certamente dalla vicenda che 10 anni fa vide Giuseppe Matarazzo tra i protagonisti. Un intreccio di violenze con tragici eventi, tra cui la morte di una minorenne avvenuta il 6 gennaio del 2008 quando il corpo senza vita di una 15enne del luogo fu ritrovato senza vita, impiccato, poco distante dalla sua abitazione a Frasso Telesino. In un primo momento a Matarazzo furono contestati diversi capi d'imputazione tra i quali, oltre alla violenza sessuale, l'istigazione al suicidio, reato per il quale fu prosciolto nel corso dell'istruttoria. Nel 2010 la prima condanna a 10 anni, rispetto a una pena di 20 anni richiesta dal pubblico ministero, confermata poi un anno più tardi, nel dicembre 2011, dalla Corte di appello di Napoli con l'aggravio di un ulteriore anno e mezzo di pena detentiva. Nel corso del procedimento, nel quale Giuseppe Matarazzo era stato difeso dagli avvocati Vittorio Fucci ed Ettore Maracarelli, si era scoperto che il pastore aveva intrattenuto una relazione sentimentale con due sorelle di cui una minore, accompagnata da rapporti sessuali per circa 2 anni. La relazione era poi naufragata. Le indagini vennero avviate dopo la morte della minorenne ascoltando i familiari e ricostruendo così la vita della minore e di una sorella. Alcune telefonate impresse sul telefonino della giovane riuscirono a dare una prima svolta alle indagini, confermate, in seguito, da sopralluoghi, ispezioni e sequestri che riuscirono a far emergere l'esistenza di rapporti sessuali del pastore, sia con la minore che con una sorella. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino