Fresu in cattedra e con l'orchestra del Conservatorio

Paolo Fresu
Se il jazz non si può spiegare ma dev'essere «vissuto» (parola di Bill Evans), il doppio appuntamento di oggi con Paolo Fresu suona, al contempo, come una...

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Se il jazz non si può spiegare ma dev'essere «vissuto» (parola di Bill Evans), il doppio appuntamento di oggi con Paolo Fresu suona, al contempo, come una proposta musicale e un regalo esistenziale per gli allievi del Conservatorio «Nicola Sala» e il pubblico beneventano. Trombettista e flicornista di fama internazionale, Fresu è considerato uno dei maggiori artisti della scena jazz contemporanea, intrecciando suggestioni e collaborazioni con musicisti come Ralph Towner, Dave Holland, Uri Caine e Omar Sosa.

A Benevento Fresu terrà, stamattina, un workshop al Complesso di San Vittorino con 150 studenti, poi, alle 19, un concerto all'Auditorium Sant'Agostino come special guest dell'Orchestra Jazz del Conservatorio di Benevento (l'evento farà parte della Stagione concertistica dell'Accademia di Santa Sofia, in sinergia con l'Università degli Studi del Sannio).

Un'occasione importante per gli allievi del Conservatorio «Sala», che potranno suonare insieme ai loro professori con una star internazionale. Ecco dunque gli orchestrali: Ferruccio Corsi (docente), Giuseppe Capriello, Ciro Marone, Gianni Taglialatela, Gabriele Mastropasqua ai sassofoni; Matteo Franza (docente), Angelo Cioffi alle trombe; Alessandro Tedesco, Antonio Di Somma ai tromboni; Roberto Spadoni alla chitarra; Elisabetta Serio (docente), Enrico Asquitti al pianoforte; Franco Fabbrini (docente), Saverio Russo al basso; Leonardo De Lorenzo (docente), Marco Leone alla batteria.

«Le masterclass con strumentisti di rilievo internazionale come Paolo Fresu spiega la presidente del Conservatorio Caterina Meglio si inseriscono in una programmazione didattica a tutto tondo, tutt'altro che meramente nozionistica. Il Conservatorio di Benevento punta in maniera sempre maggiore a fondere esperienze, a creare un link tra i grandi musicisti della scena musicale e il percorso di crescita degli allievi. Il concerto di stasera è una testimonianza eloquente ed emblematica di come intendiamo fare formazione artistica, musicale e coreutica. Una formazione di alto profilo ma calata nella realtà per garantire futuro ai nostri studenti».

Proprio la musica jazz si basa, in maniera particolare, sull'improvvisazione e sull'interazione tra i musicisti, sull'empatia sonora che fonde e confonde le note in un processo di co-costruzione musicale. «Senza il jazz ha scritto il paroliere e trombettista francese Boris Vian la vita sarebbe un errore». In questo contesto, anzi, l'errore, la nota dissonante, trova spazio nella composizione e può diventare punto di forza dell'improvvisazione (v. "pedagogia dell'errore e musica"). Quale migliore banco di prova, dunque, per fondere competenze, esperienze e «inesperienze» perseguendo la fusione di arte e vita, mestiere e piacere?

La masterclass di stamattina sarà gratuita per gli studenti del «Nicola Sala» e a pagamento per gli altri allievi, che potranno passare un'intera mattinata tra la tecnica e la storia del jazz con il trombettista italiano più famoso al mondo, ricevendo un attestato di partecipazione. Il concerto serale, introdotto dalla presidente Meglio, sarà diretto dal chitarrista e compositore Roberto Spadoni; la direzione artistica è di Filippo Zigante e Marcella Parziale, con la consulenza scientifica di Marcello Rotili, Massimo Squillante e Aglaia McClintock. Il preludio al concerto dal titolo «Un arco tra classicità e modernità» sarà curato da Massimo Squillante, docente di Metodi Matematici dell'Economia e delle Scienze Attuariali e Finanziarie presso Dipartimento di Diritto ed Economia dell'Università del Sannio.
 

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Il Mattino