Omicidio Rosiello: fuga in Croazia, ​l'estradizione ancora lontana

Omicidio Rosiello: fuga in Croazia, l'estradizione ancora lontana
Sono trascorsi diciassette giorni dall'arresto in Croazia di Paolo Messina, condannato a venticinque anni di reclusione, per l'omicidio dell'industriale Antonello...

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Sono trascorsi diciassette giorni dall'arresto in Croazia di Paolo Messina, condannato a venticinque anni di reclusione, per l'omicidio dell'industriale Antonello Rosiello e l'estradizione non appare al momento dietro l'angolo.

Pur avendo la Croazia recepito le intese che regolano le estradizioni tra i vari Stati vi è una serie di adempimenti che vedono coinvolte autorità italiane e croate, con l'Interpol che fa da tramite tra i due apparati. Invece è già certa la data della discussione del ricorso contro l'ordinanza di custodia cautelare che ne ha sancito l'arresto, nonostante al momento vi sia stato solo un verdetto di primo grado.

Il ricorso sarà discusso, davanti al Tribunale del Riesame di Napoli mercoledì prossimo, dall'avvocato Angelo Leone che sin dal momento dell'arresto ha difeso Paolo Messina. Il ricorso ribadisce la tesi portata avanti anche in sede di Corte di Assise, ovvero che Paolo Messina fu minacciato da Rosiello, per cui la decisione di sparare per non essere sopraffatto fu legittima difesa. Poi l'arresto nel 2013 e quindi la remissione in libertà nel gennaio del 2015, scattata, sempre dopo una decisione del Tribunale del Riesame, che aveva ritenuto che le indagini andassero concluse entro un anno, come stabilisce la norma, perché non avevano il carattere della eccezionalità. Una decisione che ha consentito a Messina di assistere al processo in libertà.

Poi la Corte di Assise, presieduta da Daniela Fallarino con giudice a latere Simonetta Rotili e con i giudici popolari, dopo la sentenza di condanna a venticinque anni aveva ritenuto di emettere un'ordinanza di custodia cautelare, tenuto conto che l'imputato era in libertà avendo solo l'obbligo di dimora.

 


Ma qualche giorno prima della sentenza Messina aveva fatto perdere le tracce. E su questo provvedimento ora si soffermeranno i magistrati del Riesame.
Messina è poi ricomparso il 23 novembre a Zara, in Croazia, quando è stato arrestato dalla polizia locale e dagli agenti della Squadra Mobile giunti dal Sannio.

A lui, oltre all'ordinanza di custodia cautelare emessa dalla Corte di Assise di Benevento, è stata contestata in Croazia una nuova imputazione da parte della Procura Dalmata, per contraffazione di documenti ufficiali, a cui si aggiunge una multa per la detenzione di un piccolo quantitativo di stupefacenti. Aveva infatti con sé, tra l'altro, due carte d'identità falsificate, denaro, oggetti d'oro e due orologi Rolex.
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Il Mattino