Lavoro, nel Sannio segnali di ripresina ma la fuga continua

Occupazione in crescita ma incidono i nodi emigrazione e spopolamento

Lavoro, nel Sannio segnali di ripresina ma la fuga continua
Il Sannio è tra le province che meglio ha retto la crisi, tra Covid prima e rincari energetici poi. È quanto emerge dallo studio più recente della...

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Il Sannio è tra le province che meglio ha retto la crisi, tra Covid prima e rincari energetici poi. È quanto emerge dallo studio più recente della Confederazione italiana dell'artigianato (Cgia) di Mestre sugli andamenti economici provinciali dal 2019 al 2022. Una positività che, a quanto pare, caratterizzerà anche l'anno che volge al termine. Si tratta di un trend dettato dalla ripresa dell'occupazione. Dati Istat alla mano, elaborati e commentati nel dossier 2023 della Caritas sannita, curato da Maria Pia Mercaldo, sociologa, referente dell'Osservatorio povertà e ricchezza dell'organizzazione cattolica di Benevento, si scopre che l'incremento, nel 2022, è stato del 6,5%. In particolare ella fascia d'età compresa tra i 15 e i 64 anni, sono state assunte 24.296 figure professionali rispetto alle 22.669 dell'anno precedente: 1.627 nuovi posti occupati, che hanno portato a circa 81mila il numero complessivo delle persone impiegate; erano 76mila nel 2020.

Va da sé che, di pari passo, è diminuita la disoccupazione: nell'arco di un anno, si è quasi dimezzata. Il relativo tasso è, attualmente, al 7,7%, il più basso se confrontato con quello registrato nelle altre province campane: Caserta al 14,5%; al 21% Napoli, al 14% Avellino e al 14,5% Salerno. Le cifre, in assoluto, raccontano però solo una parte della verità. Messe in relazione con altri fattori che contribuiscono a delineare un quadro compiuto delle condizioni economiche, demografiche e sociali della provincia, si scopre che la realtà presenta non poche ombre. Il risultato relativo ai dati occupazionali è collegato, e non poco, al fatto che una larga parte di uomini e donne ha rinunciato a cercare un'assunzione. Una scelta determinata dallo scarso dinamismo del mercato del lavoro locale cui si è accompagnata, in larghissima parte, l'emigrazione. Ad abbandonare la propria terra, in cerca di futuro altrove, sono state lo scorso anno 2.642 persone, tra le quali circa mille giovani, portando a 262.413 il numero dei residenti (se ne contavano 266.717 nel 2021). Uno scenario sconfortante, acuito dal fatto che una buona metà è costituita da neo laureati. Inoltre, il 28% è composto dai Neet, cioè da coloro che non studiano, non lavorano e non sono alla ricerca di un incarico.

Come si evince dall'ultimo rapporto di Piccola Industria Confindustria Campania su Irpinia e Sannio, si scopre che Benevento produce, attualmente, un valore aggiunto di 3.793.000 euro. È l'ultima della classifica in questo campo, preceduta da Napoli (46.621.000 euro); Salerno (15.919.000); Caserta (12.162.000); Avellino (6.135.000). Appena meglio il Va pro capite: 13.927 euro; risulta superiore a quello di Caserta (13.311) ma inferiore a Napoli (15.364) Avellino (14.950) e Salerno (14.721). «Aumenta la povertà assoluta, quella che non consente a un numero crescente di famiglie monoreddito e a chi è senza lavoro di superare la metà del mese», sottolinea Pasquale Zagarese, direttore della Caritas diocesana. Nel 2022, dall'associazione sono stati offerti 39.673 pasti caldi. «È un aumento impressionante segnala Mercaldo , 14.932 bisognosi in più sull'anno precedente. L'offerta giornaliera è lievitata da 68,5 pasti a 117,5». Non è diverso l'andamento dei buoni market che si concedono per la spesa quotidiana: sono passati da 2.409 a 3.878 in 12 mesi. «Non andrà meglio aggiunge il direttore per quest'anno. Le somme verranno tirate il 31 dicembre. Posso però già dire che faremo i conti con un +15%. Siamo alle prese conclude con una povertà ormai strutturale causata, tra le altre ragioni, da inflazione e fine del Reddito di cittadinanza. Occorrono interventi concreti». 

 

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Il Mattino