Mazzette e appalti truccati a Benevento: stop al «sistema Sannio», 8 arresti

Mazzette e appalti truccati a Benevento: stop al «sistema Sannio», 8 arresti
Il «sistema Sannio» si era esteso e ha condizionato diversi appalti degli ultimi due anni. Ne è convinta la Procura di Benevento, coordinata da Aldo Policastro,...

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Il «sistema Sannio» si era esteso e ha condizionato diversi appalti degli ultimi due anni. Ne è convinta la Procura di Benevento, coordinata da Aldo Policastro, che ha ottenuto dal gip Loredana Camerlengo un'ordinanza con otto arresti domiciliari e dieci divieti temporanei a contrattare con la pubblica amministrazione. Nel mirino dell'inchiesta, affidata al pm Francesco Sansobrino con delega ai carabinieri, i lavori su edifici scolastici, bonifiche, manutenzioni di statali provinciali. «La politica voleva la sua parte» ha commentato il procuratore capo Aldo Policastro. Parte della torta tangenti, per favorire imprese amiche alterando le procedura d'assegnazione, secondo conclusioni investigative che hanno utilizzato migliaia di intercettazioni telefoniche e ambientali, registrazioni video, accertamenti bancari, pedinamenti e un virus trojan inserito nel telefonino del geometra Nicola Laudato, definito dal giudice «longa manus nella gestione delle contrattazioni illecite». Al centro del sistema, la stazione appaltante della Provincia di Benevento, estesa a raggiera su alcuni appalti nei comuni di Buonalbergo, Guardia Sanframondi, Sant'Agata dei Goti, Circello.

Il nome ricorrente negli atti dell'inchiesta è l'ingegnere Michelantonio Panarese, 53 anni, sindaco di Buonalbergo. Dal 2013, è dirigente e coordinatore alla Provincia di settori importanti, come l'edilizia scolastica, gli appalti, l'edilizia pubblica, il patrimonio, la protezione civile, la viabilità. Attorno a lui, secondo le ricostruzioni investigative, sono ruotate scelte di imprese e consulenti esterni, utilizzando procedure «mirate». Il gip parla di «spartizione procedurale di procedure d'appalto». Alla guida della Provincia sannita, da tre anni c'è Antonio Di Maria del centrodestra. Secondo la Procura, avrebbe preteso che in un ruolo chiave dell'ente, come il vertice dell'ufficio tecnico, ci fosse una persona «affidabile». Lo ha denunciato, di sua iniziativa, l'ex segretario generale della Provincia, Franco Nardone, che ai magistrati ha raccontato di pressioni ricevute dal presidente per favorire la nomina di Angelo Carmine Giordano al vertice dell'ufficio tecnico, saltando le procedure previste. Richiesta non esaudita, Giordano è stato poi nominato mentre Nardone andava in pensione. Ma è il cellulare del geometra Nicola Laudato a fare da testa d'ariete per gli inquirenti che lo definiscono «intermediario di Panarese con il compito di intrattenere contatti diretti con l'altro intermediario Mario Del Mese». Secondo la ricostruzione d'accusa, Laudato avrebbe avuto il compito di predisporre gli atti per favorire le imprese che pagavano. Intermediari sono considerati dagli inquirenti anche gli imprenditori Raffaele Pezzella e Giuseppe Della Pietra e il salernitano Mario Del Mese. Dal 10 al 20 per cento sarebbero state le percentuali pagate dalle imprese per ottenere agevolazioni sull'assegnazione dei lavori. E, oltre alle misure cautelari, il gip ha disposto il sequestro di un totale di 49.500 euro sui conti correnti intrecciati dei principali accusati di corruzione: Michelantonio Panarese, Nicola Laudato, Raffaele Pezzella, Giuseppe Della Pietra.

Sotto osservazione della Procura almeno 23 appalti. Quelli al centro dell'ordinanza cautelare sono nove. Hanno per stazione appaltante principale la Provincia, ma riguardano lavori in più comuni della provincia di Benevento. C'è la scuola a Sant'Agata dei Goti, ad esempio, con 204.536 euro di lavori. L'appalto è interessato dalla seconda denuncia spontanea, che ha fornito ulteriori elementi all'inchiesta. È quella dell'architetto Stefania Rispoli, che parla di una busta bianca con mille euro di tangente per favorire un'assegnazione. L'avrebbe rifiutata, raccontando poi tutto ai carabinieri. E sempre Stefania Rispoli ha messo a verbale come fosse stata esclusa dalla direzione di lavori, per cui si era dichiarata disponibile, a vantaggio di consulenti esterni su decisione del dirigente dell'ufficio tecnico, Antonio Giordano, nominato dal presidente De Maria. Ma c'è anche la messa in sicurezza della Caserta-Monti del Matese per 349.460 euro, con stazione appaltante la Provincia di Caserta e il ruolo illecito di un fantomatico «ingegnere» che ne è dipendente, ancora da individuare, in contatto con Nicola Laudato e gli imprenditori Carlo e Nicola Camilleri, insieme con Antonello Scocca. Una vicenda per cui sarebbe stata individuata una tangente in contanti di 19800 euro.

Oltre due milioni era invece il valore di un appalto legato al comune di Buonalbergo, dove sindaco è Panarese che è però soprattutto l'alto dirigente della Provincia sannita. Anche in questo caso i magistrati quantificano una tangente: 1500 euro. Tre milioni poi il valore dei lavori su cinque strade provinciali di competenza ancora del comune di Buonalbergo, su cui gli inquirenti ipotizzano duemila euro di tangente. Più sostanziosa la quantificazione della somma pagata per la bonifica della ex discarica di Cerreto: ventimila euro su un appalto di un milione e mezzo di euro. 

Sui lavori all'istituto «Rosario Livatino» a Circello, il presidente Di Maria avrebbe segnalato un'impresa da favorire. Per Di Maria, che è anche sindaco di Santa Croce del Sannio e nel prossimo maggio sarebbe scaduto da presidente della Provincia, non c'è alcuna ipotesi d'accusa di corruzione. Nessuna tangente è stata individuata dagli inquirenti, che parlano per il presidente di segnalazioni e pressioni, ma nessun giro di denaro scoperto. Da qui le sole accuse di turbativa d'asta e induzione indebita. Di Maria è stato più volte intercettato. Come quando convoca a Santa Croce del Sannio proprio Panarese per «fornire ausilio tecnico-amministrativo per l'urgente predisposizione delle offerte nell'interesse di un'impresa a lui riferibile» sostiene il giudice Loredana Camerlengo. Una convocazione legata ai lavori di adeguamento sismico nella scuola di Circello. Due le persone ancora non individuate nell'inchiesta. Gli inquirenti sperano di scoprirle con la collaborazione degli indagati. 

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Il Mattino