Una condanna a venti anni di reclusione è stata chiesta ieri per Silvio Sparandeo, 28enne imputato di omicidio per la morte di Antonio Parrella, 32enne beneventano. La...
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Per il pubblico ministero Laporcia l'imputato deve rispondere di omicidio volontario. Il gip Flavio Cusani, invece, nell'ordinanza, con cui stabiliva l'arresto di Sparandeo, aveva avanzato l'ipotesi di un omicidio preterintenzionale. Parrella, era rimasto ferito il 26 luglio durante la lite in un ristorante alla periferia della città, morendo poi il giorno successivo nell'ospedale «Rummo», a causa delle gravi lesioni riportate.
Le indagini condotte dagli agenti della Squadra Mobile erano state particolarmente complesse. Secondo l'accusa Antonio Parrella, al termine di un litigio avvenuto sulla terrazza inferiore del ristorante con altri invitati, aveva provato a sfuggire al suo aggressore allontanandosi dal luogo dell'alterco. Dopo aver percorso diversi metri, Parrella era scivolato in una scarpata nei pressi dell'ingresso del ristorante. A quel punto Silvio Sparandeo, anche lui scivolato sulla ghiaia del parcheggio, si sarebbe rialzato e - secondo l'accusa - avrebbe raggiunto la vittima iniziando a colpirlo con pugni alla testa e al corpo, mentre il giovane si trovava a terra.
A scaldare gli animi sarebbe stata la smodata euforia di Parrella, durante la festa di compleanno di un componente della famiglia Sparandeo, all'inizio tollerata dai festeggiati. Tutto ciò fin quando Parrella, come ricostruito nell'ordinanza, non iniziò a trascendere finendo anche con l'aggredire per ben due volte il cantante che si esibiva. Di fronte a questo atteggiamento c'era stato chi aveva tentato di riportare Parrella a un comportamento più consono. Ma senza risultati, al punto da far scattare la reazione di Silvio Sparandeo. Nelle indagini stati eseguiti anche interventi di verifica sui filmati ripresi dalle telecamere di sorveglianza, mediante dei filtri cromatici. L'imputato ha sempre sostenuto di aver solo soccorso Parrella, gettandogli anche dell'acqua sul viso per rianimarlo. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino