«Ospedale a Sant'Agata de' Goti, potenziare assistenza e servizi»

«Ospedale a Sant'Agata de' Goti, potenziare assistenza e servizi»
Centinaia di persone, ieri pomeriggio, sono scese in strada per «difendere il diritto alla salute» e il presidio ospedaliero «Sant'Alfonso Maria De'...

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Centinaia di persone, ieri pomeriggio, sono scese in strada per «difendere il diritto alla salute» e il presidio ospedaliero «Sant'Alfonso Maria De' Liguori» di Sant'Agata de' Goti. Mondo religioso, politico e dell'associazionismo si sono uniti al coro dei cittadini che hanno voluto riaccendere i riflettori sul nosocomio. Secondo i manifestanti «non è concepibile che il territorio resti privo di una dignitosa assistenza sanitaria». La manifestazione, che ha attraversato il centro storico di Sant'Agata dei Goti, è stata organizzata dal Movimento civico per l'ospedale per chiedere l'attuazione del Decreto 41/2019 considerato «l'unico strumento in grado di garantire un'assistenza sanitaria efficiente in quanto spiegano gli attivisti prevede 4 posti di cardiologia, 10 di chirurgia generale, 10 di ortopedia, 26 di riabilitazione, 12 di medicina generale, 4 di anestesia e rianimazione, 6 di oncologia e 24 di lungodegenza, nonché un pronto soccorso pienamente funzionante. Allo stato attuale, invece, nonostante la dura lezione di questi ultimi due anni di pandemia alcuni reparti sono stati definitivamente chiusi, come anestesia e rianimazione; di alcuni, come chirurgia generale od ortopedia, non rimane che poco più di niente e di cardiologia o oncologia non vi è proprio traccia».


Dal Movimento evidenziano che nei mesi scorsi si è parlato di una riconversione parziale della struttura in casa della comunità, ospedale di comunità e centrale operativa territoriale ma secondo gli attivisti «sono tutte strutture utili, nate con lo scopo di alleggerire il lavoro di uno specifico ospedale, ma che non possono certo sostituirne i servizi: non ci si può recare in un ospedale di comunità in caso di infarto, ictus o per una frattura. Si sta prospettando aggiungono - la possibilità di riconvertire la struttura del nostro ospedale in un grosso poliambulatorio che, con molta probabilità, rimarrà comunque vuoto, a causa dell'impossibilità di assumere personale».

Alla marcia di ieri era presente anche l'amministrazione comunale di Sant'Agata de' Goti (maggioranza e opposizione). «È stata una manifestazione importantissima per il territorio - dice il sindaco Salvatore Riccio - abbiamo lasciato spazio al movimento ma comunque l'amministrazione sta lavorando su altri tavoli, con la Regione e con l'assemblea dei sindaci. Tutti cercheremo di dare un contributo per arrivare al risultato». Il corteo ha visto la partecipazione del mondo religioso e politico beneventano, a dare sostegno ai manifestanti c'erano anche numerosi sindaci e amministratori delle valli Telesina e Caudina. A sfilare anche il deputato del M5S Pasquale Maglione che ha ribadito l'importanza della struttura ospedaliera spiegando che «l'attuazione del decreto resta una priorità per mantenere in vita l'ospedale. La Regione dice così come sta facendo per altri presidi ospedalieri deve investire, lo strumento per salvare la struttura c'è: il decreto è già esistente, va semplicemente attuato». Intanto il consigliere regionale Erasmo Mortaruolo, presente al corteo, ha annunciato di aver presentato un'interrogazione in Regione proprio sul Decreto 41 in cui chiede al governatore De Luca chiarimenti sul ritardo e sulle tempistiche previste per la sua attuazione considerato che «oggi è più che mai necessario ha sottolineato - riprendere il percorso che è stato perseguito per il Sant'Alfonso.  L'intero territorio ha diritto ad avere una sanità qualificata». In marcia tra i cittadini anche il consigliere regionale Luigi Abbate: «È necessario - dice tenere alta l'attenzione sulla vicenda e le istituzioni devono dare sostegno a questa realtà garantendo un servizio di assistenza sanitaria efficiente. L'obiettivo di chi ha manifestato è ottenere la conferma e il rafforzamento di quanto già previsto dal decreto 41/2019, quindi il mantenimento di tutte le funzioni già attivate con i 96 posti letto e l'attuale Pronto Soccorso». Inoltre, con una nota, è intervenuta anche la Sezione Pci di Sant'Agata: «La lotta per un Sant'Alfonso utile, funzionante ed efficiente è una trincea. Da un lato c'è il fango dei silenzi imbarazzati e degli asservimenti, dall'altro il campo aperto dei diritti, della libertà e dell'uguaglianza fra tutti i cittadini».
 

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Il Mattino