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Spaghetti e linguine sono fermi già da martedì. Pasta media e corta dovranno alzare bandiera bianca a partire da stasera. Anche il pastificio Rummo deve fare i conti con le gravi difficoltà che stanno attanagliando le attività produttive italiane, e in particolare con le proteste degli autotrasportatori causate dall'esplosione dei prezzi dei carburanti. Una catena di problematiche che si trascina da settimane cui da ieri si è aggiunta come un carico da novanta l'invasione russa dell'Ucraina con le conseguenti fibrillazioni dei mercati internazionali. Incremento dei prezzi, scarsità delle forniture, trasporti a singhiozzo, incertezza del quadro geopolitico: ovvero la tempesta perfetta per un'azienda.
Due giorni fa era stato la campobassana La Molisana a dichiarare il fermo delle produzioni per analoghe ragioni. Cosimo Rummo ha resistito altre quarantott'ore ma alla fine ha dovuto dare forfait: «Per garantire la qualità dei nostri prodotti - spiega il patron del pastificio fiore all'occhiello del made in Sannio - lavoriamo materie prime sempre fresche, evitando stoccaggi lunghi. Il blocco degli autotrasportatori ha interrotto i rifornimenti che da noi avvengono a cadenza pressoché giornaliera. Da martedì stiamo viaggiando al 70 per cento della capacità produttiva complessiva, ma alcuni settori sono fermi da giorni. È il caso ad esempio della linea dedicata alla pasta lunga. Per soddisfare il fabbisogno degli altri formati abbiamo attinto alle giacenze dei nostri silos aziendali che si sono esaurite in queste ore. Pertanto siamo costretti a fermarci, salvo improvvise svolte positive che però al momento non si intravedono».
Da ieri sera lo stabilimento che lavora formati serviti sulle tavole di tutto il mondo è desolatamente silenzioso. Con le conseguenze che è facile immaginare: «Sarò costretto a collocare in cassa integrazione 100 dei 148 dipendenti diretti» annuncia l'erede della dinastia di pastai che opera a Benevento dal 1846.
Gli echi di guerra che arrivano dall'ex Unione Sovietica creano timori e difficoltà aggiuntivi. E dal crinale tra Europa e Russia partono anche le problematiche legate all'abnorme aumento dei prezzi, trainato dal boom dei prodotti energetici e petroliferi che ha fatto schizzare in alto le bollette e il prezzo dei carburanti da autotrazione. E, di conseguenza, il prezzo delle merci sugli scaffali: «Abbiamo dovuto ritoccare al rialzo i listini, inevitabilmente - ammette Rummo - In media un pacco della nostra pasta è salito di 25, 30 centesimi di euro dall'inizio dell'anno. E non avremmo potuto fare diversamente del resto se si considera che il prezzo dei combustibili è cresciuto del 650 per cento e la bolletta dell'energia elettrica pesa per il 300 per cento in più rispetto al 1 gennaio. Anche se con grande rammarico siamo stati costretti ad applicare degli aumenti a nostra volta, oggettivamente significativi eppure insufficienti a compensare i maggiori esborsi per il fabbisogno energetico. Ci priviamo di una quota di utile per gravare quanto meno possibile sui consumatori con i quali abbiamo un patto di fiducia che per noi è sacro».
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Il Mattino