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Ha portato con sé, nascosto nelle parti intime, un telefono cellulare da introdurre illegalmente in carcere al rientro dal lavoro all’esterno ma l’incauto tentativo non è sfuggito agli attenti controlli della polizia penitenziaria.
Il fatto è accaduto nell’istituto penale per minorenni di Airola e a darne notizia è il sindacato autonomo polizia penitenziaria Sappe.
Sabatino De Rosa, vicecoordinatore regionale per il settore Minorile della Campania del sindacato commenta: «Questo risultato è stato ottenuto grazie al monitoraggio dei poliziotti che sono riusciti a contrastare il fenomeno dell'introduzione di un telefono cellulare da parte di un detenuto che fruiva di lavoro all’esterno della struttura detentiva».
«Il Sappe - commenta Donato Capece, segretario generale - esprime il proprio compiacimento al personale che ha operato, a riprova della professionalità e attaccamento al dovere delle donne ed uomini della polizia penitenziaria dell'Istituto penale per minorenni di Airola, vero "carcere di frontiera" per le critiche condizioni operative e strutturali in cui versa». Il leader del Sappe conclude ricordando che «la polizia penitenziaria è quotidianamente impegnata nell’attività di contrasto all'ingresso di telefonini ed alla diffusione della droga nei penitenziari per adulti e minori. Il numero elevato di tossicodipendenti richiama l’interesse degli spacciatori che tentano di trasformare la detenzione in business». Leggi l'articolo completo suIl Mattino