Una raffica di cartelle è già arrivata o sta per arrivare sui comodini dei beneventani. Proprio quando il Governo licenzia nuove misure per la definizione agevolata...
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E non si tratta di posizioni residuali ma di una autentica raffica di richieste di pagamento che sfiora le undicimila notifiche. Numeri clamorosi se si considera che la platea dei contribuenti beneventani si aggira sulle ventimila utenze, e che restano eclatanti pur considerando che singoli cittadini sono destinatari di molteplici atti. Ma soprattutto va tenuto conto che la batteria di avvisi e cartelle in corso di recapito non riguarda la totalità delle partite pregresse ma soltanto le annualità ricadenti tra il 2010 e il 2013, e solo alcune tipologie tributarie. Del resto è la stessa Andreani a riconoscere di aver messo in campo un'attività ad amplissimo raggio: «La spedizione massiva degli atti - spiega la concessionaria - si è resa necessaria per rispettare i termini prescrizionali previsti per legge al 31 dicembre 2018». Un'operazione che nell'immediato non dovrebbe vedere repliche, stando a quanto garantisce l'agente della riscossione comunale: «Al momento - dice il responsabile di area Riccardo Dolciami - non sono previste ulteriori spedizioni massive». Magra consolazione per le migliaia di cittadini che si sono visti comparire nella buca delle lettere la comunicazione. La concessionaria specifica che gli atti in corso di recapito riguardano «ingiunzioni di pagamento per pregressi atti di accertamento non pagati spontaneamente nei termini in relazione alla Tassa di occupazione suolo pubblico per gli anni 2010 e 2011 e alla Tassa smaltimento rifiuti solidi urbani per il 2011».
In merito alla Tarsu in realtà la platea dei destinatari è ancora più ampia abbracciando anche gli anni 2010 e 2012 per i quali stanno pervenendo numerosi atti. L'altro capitolo dell'invio di massa attiene agli accertamenti per omesso pagamento della Tares relativa al 2013. Andreani rende noto di aver spedito «4.300 ingiunzioni Tarsu e Tosap e 6.500 accertamenti Tares». Già sul piede di guerra le associazioni di consumatori, in primis la Legaconsumatori che aveva sollecitato il Comune ad adottare misure per la definizione agevolata previste per legge.
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Il Mattino