Assalto al supermercato di Benevento, caccia a tre banditi in fuga

Preso uno dei malviventi, si cercano i complici: fondamentali le immagini della videosorveglianza

Il supermercato Barletta
Sarà interrogato questa mattina dal Gip Vincenzo Landolfi l'uomo arrestato a Benevento subito dopo la fallita rapina al supermercato Barletta di Santa Colomba. Si...

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Sarà interrogato questa mattina dal Gip Vincenzo Landolfi l'uomo arrestato a Benevento subito dopo la fallita rapina al supermercato Barletta di Santa Colomba. Si tratta di Luigi Immobile, 44 anni, che sarà ascoltato dal magistrato nel carcere di contrada Capodimonte, alla presenza del suo legale Luca Russo. È probabile che l'uomo, già noto alle forze dell'ordine, si avvalga della facoltà di non rispondere e si limiti a qualche dichiarazione spontanea per respingere alcune delle accuse che gli vengono rivolte.

Intanto, i poliziotti della Squadra mobile, raccolte tutte le informazioni fornite dagli agenti della Squadra Volante che erano intervenuti sul posto al momento del tentativo di rapina, stanno cercando d'individuare gli altri 3 malviventi che avevano dato l'assalto al dipendente del supermarket che stava portando, nella sede della ditta, una parte dell'incasso, circa 4mila euro. Pertanto stanno visionando le immagini di telecamere installate nella zona compresa tra il supermercato di via Casselli, via Cocchia e le traverse adiacenti.

Si tratta di telecamere al servizio di esercizi commerciali della zona, particolarmente utili per ricostruire le vie di fuga dei rapinatori. Infatti se nel piazzale del supermercato i malviventi hanno agito con viso coperto, nel momento della fuga si sono liberati dei cappucci e quindi i loro volti sono divenuti riconoscibili avendo cercato di apparire come dei comuni passanti in transito nella zona di rione Libertà.

Qualche difficoltà, ma superabile, dunque per l'identificazione perché qualcuno dei tre è senza dubbio non beneventano. Del resto il furgone Doblò adoperato per speronare l'auto del dipendente risulta rubato a Roma. L'esiguità dell'eventuale bottino, quattromila euro da dividere in quattro, fa ritenere che il colpo anche se preparato non aveva tenuto conto di un elemento essenziale, ovvero che gli incassi vengono trasferiti più volte al giorno proprio per il timore di rapine.

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Il Mattino