«Recovery plan: fare presto», la sfida dei 24 sindaci nel Sannio

«Recovery plan: fare presto», la sfida dei 24 sindaci nel Sannio
«Non chiamatelo accordo di programma». Sarà un'intesa istituzionale, o meglio un Contratto istituzionale di sviluppo e non avrà nessun capofila come...

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«Non chiamatelo accordo di programma». Sarà un'intesa istituzionale, o meglio un Contratto istituzionale di sviluppo e non avrà nessun capofila come nella tavola rotonda di «Camelot». Così si può riassumere la voce delle 24 fasce tricolori sannite intervenute nella sala consiliare del Comune di Faicchio per la firma del documento finalizzato alla definizione e alla conseguente attuazione di uno piano di sviluppo sostenibile attraverso la gestione dei fondi della programmazione europea 2021-2027 e delle risorse del Recovery Fund. La rosa di 19 Comuni annunciata martedì, ieri si è allargata con le adesioni di Foglianise, Vitulano, Tocco Caudio, Campoli del Monte Taburno e Cautano.

In altre parole le valli Titernina, Vitulanese, Caudina, Telesina e il Tammaro. Ma al di là degli obiettivi e delle intenzioni la parola d'ordine è unanime: «Fare presto». «La ripresa quando ci sarà non sarà resiliente ma diseguale - spiega il consigliere regionale di Noi Campani Gino Abbate -. Auspichiamo un confronto aperto ma è chiaro che le perturbazioni che in questi ultimi mesi hanno danneggiato il nostro sistema economico e sociale hanno inciso su debolezze già preesistenti nel Sannio. Su tutte, la dotazione infrastrutturale. La versione campana del Next Generation Eu non considera le principali esigenze del nostro territorio ma soprattutto non risponde alle esigenze di coesione territoriale tra le terre della polpa e quelle dell'osso, zone urbane, costiere e zone rurali. Spopolamento, rarefazione sociale e produttiva, desertificazione: Benevento non ne è restata immune. Abbiamo il dovere di dare forza al tavolo di questa sera». La visione oltre il visibile e spesso anche l'invisivile perché in fondo, per dirla con le parole del presidente della Provincia Antonio Di Maria «il Recovery non andrà interpretato come una lista della spesa ma come una strategia concreta per incidere sulla qualità della vita degli abitanti di questa provincia». Linea condivisa anche dal presidente della comunità montana Gianfranco Rinaldi e dal presidente del Parco nazionale del Matese Vincenzo Girfatti ribadendo come l'ente potrà avere una forte trazione «beneventana» più che «casertana».

Le direttrici che guideranno la stesura del piano saranno il green deal, innovazione e digitalizzazione, le filiere agricole e forestali. «Non sarà una semplice addizione di sindaci - dice il primo cittadino di Faicchio, Nino Lombardi -. Non abbiamo caselle da contare o posti da assegnare. Ci guida il senso istituzionale. Credo che mai si siano registrate difficoltà come quelle attuali nelle nostre comunità e non possiamo andare avanti con singole iniziative. Siamo chiamati ad altro. Questa intesa sarà aperta anche ai comuni che prima di noi hanno seguito una strada simile o similare (Puglianello, Telese e altri 5 comuni, ndr). Il senso di responsabilità ci porterà a mettere insieme i nostri due sistemi. Abbiamo da condividere un percorso e non ci saranno capofila. Nessuno può sentirsi il piccolo imperatore di un territorio». 

Parole di Lombardi a testimonianza di un sentire comune anche di tutte le altre fasce tricolori presenti e attraverso le conclusioni affidate al sindaco di Benevento. «Dobbiamo utilizzare al meglio le risorse che arriveranno - dice Clemente Mastella - ed è per questo che lavoreremo. Ma consentitemi di dire che la convinzione che tutti ce l'hanno con noi non è la linea più giusta da seguire. Saremo soltanto noi a costruire il nostro destino, così come accadde nel dopoguerra. Al Governo chiederemo di certo di dare una mano all'attività delle istituzioni più vicine ai cittadini, ovvero ai sindaci. Ci sono da creare le condizioni affinché le nostre piccole realtà possano tornare a essere vissute. Il futuro è la digitalizzazione. Questo è il momento. O tutti noi proviamo a lasciare un'impronta o sarà un fallimento totale e non ci saranno altre occasioni come questa». Mastella indica la strada. «Ogni anno - continua - in questa provincia perdiamo un paese. Non c'è da fare una fontana a Benevento, una strada a Tocco Caudio, a Ponte o in qualsiasi altro comune del Sannio. Questa logica è da superare. Lo sapete che il raddoppio della Telesina arriverà sino a San Salvatore Telesino? Lavoriamo per la San Salvatore-Caianello. Discorso analogo per la Benevento Cancello. Ragioniamo sulla Caserta Sud-Benevento. Ho solo la preoccupazione che i fondi del Recovery destinati alla Campania prima ancora che al Sud possano essere non spesi. Un pericolo da scongiurare».

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Il Mattino