Benevento. Ha avuto inizio la prima campagna di scavi effettuati nel territorio di S. Agata dei Goti, in particolare nella zona tra le contrade Capellini, Camporosa e Palmentata,...
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Spiega Pietro Mainolfi, responsabile dell’Arpac di Benevento: «Stiamo compiendo accertamenti preliminari su eventuale presenza di rifiuti radioattivi. Misure di rilievo non ce ne sono, fatte salve le fonti naturali della presenza di tufo, sorgente naturale fissa di radioattività im questo territorio. Da un primo esame si tratta di rifiuti urbani frammisti a rifiuti che potrebbero essere di tipo industriale e sanitario, per ora si procede ai campionamenti».
Dopo gli scavi effettuati in contrada Canepino a Morcone e località Candellette, ai confini tra Tocco Caudio e Montesarchio, gli accertamenti di Procura e Forestale continuano. E oggi a Sant’Agata si scenderà ancora più in profondità: fino a 15-20 metri, assicurano gli investigatori. Questo perché, man mano che si procedeva, ci si è trovati di fronte a un crescendo nel rinvenimento dei rifiuti, a partire dalla grossa quantità di materiale sanitario di cui però non è stato possibile stabilire la provenienza, fino all’ingente quantitativo di rifiuti solidi urbani, di bidoni e di scorie di fonderie. Veleni inghiottiti nel sottosuolo che oggi tornano drammaticamente alla luce.
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Il Mattino