Sono state chieste dal pubblico ministero sei condanne per agenti della polizia di stato, preposti al servizio scorte di esponenti politici e accusati di truffa e falso. Il...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Secondo l'accusa gli agenti dichiaravano falsamente di aver prenotato e pranzato presso una struttura alberghiera della capitale, nell'esercizio delle proprie funzioni di tutela di esponenti politici, registrando così spese in realtà mai sostenute e inducendo in errore il Ministero dell'Interno che riconosceva agli agenti i rimborsi di ogni singola missione. Tra l'altro gli imputati, secondo l'accusa, inducevano in errore i pubblici funzionari addetti al calcolo delle retribuzioni, facendo sì che questi emettessero degli atti pubblici falsi.
Le indagini erano scattate perché chi era preposto alla contabilità notava una differenza tra le note spese presentate da alcuni addetti rispetto a quelle di altri. Scattavano gli accertamenti e si verificava, anche attraverso i telepass gli orari in cui gli agenti con l'auto di scorta facevano ritorno in città. Nel corso delle indagini veniva anche coinvolto l'albergatore che rilasciava queste fatture non veritiere. Le indagini che risalgono al 2011 era state coordinate dall'allora procuratore Giuseppe Maddalena e dal sostituto procuratore Giovanni Tartaglia Polcini. Erano scattate per tre indagati, per una settimana, anche gli obblighi di dimora poi revocati. Ieri hanno parlato in difesa degli imputati gli avvocati Antonio ed Angelo Leone che hanno chiesto l'assoluzione per i loro assistiti. Il 17 ottobre dopo le ultime arringhe degli avvocati, Vincenzo Regardi e Camillo Cancellario ci sarà la sentenza. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino