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Due settimane per decidere se anche i beneventani potranno strappare quelle vecchie cartelle che da anni li impensieriscono, oppure no. A Benevento se ne parlerà domani mattina.
Scade il 31 marzo il termine fissato in fase di conversione del decreto Milleproroghe che ha allungato i tempi stabiliti dalla legge di Bilancio 2023 per lo stralcio dei vecchi debiti. In ballo ci sono il non annullamento parziale e l'annullamento integrale dei carichi affidati ai riscossori dal 2000 al 2015, per un importo massimo fino a 1.000 euro. L'ultima disposizione normativa (legge 14/2023) ha dato ai Comuni la possibilità di optare per l'annullamento dell'intero importo affidato alla riscossione, già previsto per gli enti diversi dalle amministrazioni statali, per le agenzie fiscali e gli enti pubblici previdenziali. La manovra finanziaria 2023 si limitava a prevedere l'annullamento d'ufficio soltanto delle somme dovute dai contribuenti a titolo di sanzioni o interessi, facendo salva la sorta capitale del dovuto, a meno che l'ente locale non deliberasse in senso contrario impedendo ai cittadini di avvalersi dell'esonero degli oneri aggiuntivi.
Nello spostare al 31 marzo la scadenza inizialmente fissata al 31 gennaio, la legge di conversione del Milleproroghe ha esteso l'applicazione dello sgravio anche all'importo originario del tributo o della sanzione amministrativa, purché rientrante nell'importo complessivo di 1.000 euro. Sia che si decida per la rinuncia alla applicazione dello stralcio parziale, sia che si opti per lo stralcio integrale, saranno i Consigli comunali a dover deliberare entro la deadline del 31 marzo.
Margini dunque tutto sommato ristretti per l'ente municipale, considerando anche i tempi necessari per l'iter istruttorio, il confronto in commissione e la convocazione della civica assise. E non a caso il tema è tra i primi nell'agenda di Palazzo Mosti. La questione verrà affrontata domani mattina in un summit al quale prenderà parte anche il primo cittadino Clemente Mastella insieme all'assessora alle Finanze Maria Carmela Serluca, al dirigente al ramo Raffaele Ambrosio e ai componenti l'Organismo straordinario di liquidazione. Le annualità interessate dallo sgravio (dal 2000 al 2015) ricadono infatti nel periodo del dissesto e dunque sotto la giurisdizione dell'Osl. Per i bilanci di Palazzo Mosti, dunque, non cambierebbe di fatto nulla, ma la scelta potrebbe incidere in qualche misura sul volume delle risorse a disposizione dei liquidatori per tacitare la lunga lista dei creditori in attesa da anni.
«Siamo al lavoro per definire rapidamente la questione - anticipa l'assessora Serluca - Stiamo valutando la possibilità assegnata ai Comuni di operare lo stralcio totale fino ai 1.000 euro.
L'allungamento del termine per l'espressione della volontà da parte delle amministrazioni locali ha di fatto rimesso in discussione il diritto che poteva considerarsi già acquisito al 31 gennaio dai debitori di vedersi cancellate quantomeno le somme, particolarmente odiose, che gonfiano le cartelle sotto la voce interessi e spese. Ora bisogna attendere dunque il 31 marzo per verificare le intenzioni dei Comuni, ma con la possibilità che lo sconto possa tradursi nella cancellazione completa della cartella (sorta capitale, interessi per ritardata iscrizione a ruolo e sanzioni). Gli enti locali dovranno poi comunicare all'Agenzia delle Entrate attraverso gli appositi moduli le scelte effettuate. I benefici della tregua fiscale, applicati in maniera parziale o integrale, diventeranno effettivi dal 30 aprile con l'annullamento automatico dei debiti. I cittadini infatti non dovranno presentare altre istanze o documenti. In tema di tributi e contenziosi, va ricordato che al vaglio della commissione Bilancio e dei Revisori di Palazzo Mosti c'è già il Regolamento liti pendenti che approderà in Consiglio al termine dell'iter istruttorio.
Il Mattino