Terrore in piena notte: raid nel bar-tabacchi, arrestato rapinatore

Terrore in piena notte: raid nel bar-tabacchi, arrestato rapinatore
All'una di notte in due hanno messo a segno una rapina presso un bar tabacchi alla periferia della città e a distanza di dodici ore, uno dei due presunti banditi...

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All'una di notte in due hanno messo a segno una rapina presso un bar tabacchi alla periferia della città e a distanza di dodici ore, uno dei due presunti banditi è stato condotto nel carcere di contrada Capodimonte. Si tratta di Vincenzo Cotugno, 37 anni, beneventano, vecchia conoscenza delle forze dell'ordine. Ad arrestarlo sono stati gli agenti della Squadra Mobile diretti dal commissario Rosario Pascarella, che lo hanno accusato di rapina pluriaggravata. Ora le indagini continuano per assicurare alla giustizia il complice e cercare di recuperare il bottino che ammonta a circa 8mila euro e la pistola adoperata dai malviventi. Il colpo era avvenuto poco dopo l'una presso il bar tabacchi «Stop&Go», lungo la statale Appia, in località Piano Cappelle. Il locale secondo l'orario previsto resta aperto dalle sei del mattino alla mezzanotte. L'altra notte gli addetti, il titolare e tre dipendenti e il fidanzato di una di loro erano ancora nel locale per gli ultimi adempimenti, prima della chiusura e quindi non c'erano altri clienti.

All'improvviso hanno fatto irruzione i due banditi, entrambi con il volto travisato da passamontagna scuri. «Mani in alto, caccia i soldi», uno dei due ha gridato al titolare del bar, mentre l'altro minacciava i quattro con una pistola. Nessuno ha opposto resistenza e dalla cassa sono state prese le banconote, consegnate a uno dei banditi che le ha prese con mossa fulminea. Poi entrambi si sono dileguati a bordo di un auto. I quattro hanno atteso qualche minuto, nel timore di una reazione dei banditi in fuga ed hanno dato l'allarme con una telefonata alla centrale operativa del 113.

Sul posto sono giunti i polizioti della Squadra Volante della Questura mentre altri agenti hanno setacciato la zona per cercare di imbattersi nei rapinatori in fuga. Sul posto anche agenti della Squadra Mobile e della polizia scientifica che hanno ascoltato i presenti per cercare di mettere insieme un identikit dei malviventi. Le immagini riprese dalle telecamere si sono rivelate utili. Proiettate più volte, infatti, hanno permesso ad alcuni agenti di individuare nonostante il passamontagna le sembianze di un uomo simile a Cotugno, una loro vecchia conoscenza. A questo punto gli inquirenti hanno concentrato la loro attenzione proprio sul 37enne che da sospettato è ben presto divenuto indagato per il colpo messo a segno nella notte. Sono state anche presi in esame filmati di altre telecamere per visionare le auto in transito. Così è comparsa in zona quell'auto che gli inquirenti ritengono possa essere stata usata dai banditi e che risulta rubata.

Una perquisizione nella abitazione al rione Libertà di Cotugno non ha dato esito. Condotto in Questura l'uomo non ha fatto ammissioni circa la sua partecipazione alla rapina, limitandosi a designare come suo difensore Angelo Leone. Sentito il magistrato di turno, il sostituto procuratore Patrizia Filomena Rosa è stato quindi condotto nel carcere di contrada Capodimonte, dove probabilmente nella giornata di domani sarà interrogato dal Gip Gelsomina Palmieri chiamata a convalidare l'arresto.



Alla vigila di Ferragosto c'era sta un'altra rapina, questa volta intorno alla mezzanotte. Il colpo era stato messo a segno ai danni di una sala slot ubicata in città presso le Poste centrali e già in passato finita nel mirino dei rapinatori. Un bandito solitario con il viso coperto da passamontagna armato di pistola, aveva fatto irruzione nel locale e si era fatto consegnare l'incasso dal dipendente che stava appunto effettuando la chiusura di cassa prima di chiudere la sala giochi. Preso il denaro che ammontava a poche migliaia di lire il rapinatore era fuggito a piedi facendo perdere le tracce. Anche in questo caso le indagini vengono svolte della Squadra Mobile della Questura. Al momento gli inquirenti stanno valutando se i due colpi possono avere elementi in comune ed essere collegati, e quindi opera della stessa banda.
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Il Mattino