Si sentono partigiani ma dall'altra parte non c'è un solo nemico. Sarebbe riduttivo sovrapporre i tweet populisti di Salvini ai proclami guerreschi di Mussolini,...
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LE POSIZIONI
Le silhouette cartacee delle sardine si mischiano ai cartelli. All'immancabile «Benevento non si Lega» che riecheggia il claim usato in tutta Italia si aggiunge l'inedito «Stretti come sardine contro l'odio che provoca rovine» ideato da un cinquantenne «stanco di questo clima». Nessun riferimento a bersagli locali. La filosofia di fondo è racchiusa mirabilmente nell'acronimo indossato da un giovanissimo partecipante: Solidarietà - Accoglienza - Rispetto - Diritti umani - Intelligenza - Non violenza - Allegria. Sardina, per l'appunto. E si va ancora più giù con l'età quando a prendere il microfono è Stefano, 4 anni. Intona per intero «Fratelli d'Italia» e tutti gli vanno dietro, dettaglio significativo per una piazza considerata di sinistra che si oppone alla destra nazionalista. Ma la lotta ha confini ben più ampi. Lo ricorda Rita Marinaro, trascorsi inequivocabili in Rifondazione comunista: «È il primo dicembre. Oggi, nel 1955, Rosa Parks una donna di colore si rifiutava di cedere il posto su un bus a un bianco. Oggi siamo qui perché c'è ancora bisogna di Rosa Parks». C'è il mondo ecologista che si fa sentire: «Salvini - ricorda per il Wwf Camillo Campolongo - è quello che addebitò l'alluvione all'ambientalismo da salotto per il mancato taglio di qualche albero. Ma chiude entrambi gli occhi sul riscaldamento globale provocato dalla miope logica produttivistica». Nel mirino anche il regionalismo differenziato. «I terroni che votano Lega se ne accorgeranno tardi» profetizza uno speaker. C'è ancora tempo per un monito di Forni Rossi: «Proveranno ad affibbiarci etichette. Ma i nostri unici colori sono quelli infiniti che compongono il mondo». Ed è ancora una volta «Bella Ciao» intonata coralmente a chiudere l'ora di incontro, il primo delle sardine nel Sannio. Nessun nuovo appuntamento. L'anno che verrà non è nell'orizzonte degli eventi di questo movimento. Il tributo a Dalla e alla Bologna dove tutto è partito è solo in «Piazza Grande», cantata in omaggio ai senza tetto. Come chi non ha una casa politica. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino