Scuole, non decolla la settimana corta: «Troppi studenti e pochi bus»

Scuole, non decolla la settimana corta: «Troppi studenti e pochi bus»
La crisi energetica potrebbe costringere gli istituti scolastici a modificare l'organizzazione delle lezioni. Ecco perché la maggior parte dei plessi scolastici...

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La crisi energetica potrebbe costringere gli istituti scolastici a modificare l'organizzazione delle lezioni. Ecco perché la maggior parte dei plessi scolastici è al lavoro per distribuire l'attività didattica su cinque giorni anziché su sei. Nel Sannio, sulla settimana corta a scuola per il caro energia, crescono le perplessità (16 su 20 quelle che hanno aderito tra le superiori). E le quattro che hanno deciso di non aderire alla settimana corta lo hanno fatto in assenza di un preciso piano trasporti per i pendolari. Un'ipotesi fattuale che resta in piedi grazie all'apertura di un tavolo tecnico tra Ufficio scolastico provinciale, Comune di Benevento e Provincia, che in questi mesi si sono confrontati solo in parte. 

«Per ora - spiega la dirigente scolastica provinciale Mirella Scala - gli incontri non hanno sortito nessuna decisione che possa garantire la chiusura degli istituti il sabato. Il rischio è che ci siano troppi studenti e pochi mezzi di trasporto». Servirà, quindi, una riunione tecnica organizzativa fra i tre attori in campo per poter sbrogliare una situazione sempre più complessa, «probabilmente già dalla prossima settimana. La pianificazione delle corse che raggiungeranno le scuole di città e di provincia - spiega il presidente della Provincia, Nino Lombardi - dovrà tenere conto delle esigenze degli istituti, in un'ottica di ottimizzazione delle risorse». 

Sulla settimana corta prova a fare chiarezza Luigi Mottola. «Considero la settima corta una misura importante se inserita adeguatamente dentro un piano didattico» afferma il presidente Anp beneventano. Come detto non tutte le scuole superiori hanno deciso di puntare sulla settimana corta. «Impostare la lezione su cinque giorni la settimana secondo la dirigente dell'istituto industriale Maria Gabriella Fedele è la strada più difficile da percorrere, perché richiede un cambiamento dell'organizzazione in corso. Va ricordato che a Benevento, inoltre, quasi tutte le scuole medie abbiano lezioni distribuite su cinque giorni, stesso discorso per alcune sezioni degli istituti superiori. Un conto, però, è un organizzazione già definita in partenza, un altro è un cambiamento in corsa». Sulla settimana corta Silvia Vinciguerra, preside dell'Alberti, aggiunge che «siamo pronti a tutto. Lavoriamo in sinergia con gli altri istituti, e anche in questo caso siamo pronti a dare il nostro contributo in questo momento di emergenza energetica». Insomma, fra aumento dei casi Covid, nodo trasporti e costi delle utenze saliti alle stelle, la strada da percorrere dagli istituti scolastici sanniti è tutta in salita, con alunni e docenti che rischiano seriamente di patire il freddo del prossimo inverno, in quanto il gas dovrà necessariamente essere razionato per via del caro energia. L'imperativo è correre ai ripari a cominciare dall'abbassamento della temperatura nelle classi che non supererà i 19 gradi.

«Non c'è altra scelta se non quella di attenerci alle prescrizioni. Tutti abbiamo il dovere di risparmiare per il bene comune nell'attesa di tempi migliori» dichiara il sindaco di Benevento, Clemente Mastella. Ovviamente preoccupati i dirigenti scolastici che considerano il riscaldamento a scuola una necessità. Per la preside del liceo classico Giannone di Benevento, Teresa De Vito «i 19 gradi nelle aule sono pochi. In classe l'ambiente dovrebbe essere confortevole evitando disagi a studenti e docenti. Possiamo solo sperare che in casi di eccessivo freddo la temperatura in aula possa essere alzata almeno di qualche grado. Peraltro conclude De Vito non è esclusa una possibile nuova ondata di Covid e come è noto, in stato di emergenza, è stato disposto un ricambio d'aria frequente degli ambienti scolastici, con porte e finestre aperte». 

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Il Mattino