Strade, appalti a rischio: ora si lavora al piano B

Entro il 31 dicembre le stazioni appaltanti devono certificare l'assunzione di obbligazioni giuridicamente vincolanti

In strada
Le grandi opere stradali cantierate nel Sannio rischiano seriamente lo stop e la Provincia deve elaborare un possibile piano B d'emergenza. Pericolo rafforzato dal primo...

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Le grandi opere stradali cantierate nel Sannio rischiano seriamente lo stop e la Provincia deve elaborare un possibile piano B d'emergenza. Pericolo rafforzato dal primo pronunciamento del Tar, relativo alla realizzazione dell'asse di collegamento Fortore tra Foiano e la Statale 90 bis, che ha accolto la richiesta di sospensione dell'iter di gara. Come anticipato, l'impugnativa è stata presentata da Ance Campania, Ance Benevento e da 12 imprese associate alla sigla edile di Confindustria. Secondo i costruttori, sarebbe impossibile portare a termine i corposi interventi alle condizioni concorsuali bandite dalla Rocca, in particolare per quanto riguarda i costi dei materiali ampiamente inferiori a quelli aggiornati alla luce dei galoppanti rincari. «Prezzario del 2021, resterebbero incompiute» hanno eccepito i ricorrenti, vedendosi accogliere l'istanza in fase cautelare. I giudici della Prima sezione hanno intimato alla stazione appaltante di non dare seguito all'apertura delle buste prima del 14 dicembre, data dell'udienza collegiale. In quella sede l'Avvocatura provinciale proverà a far valere le controdeduzioni. Ma la concessione della sospensiva, malgrado la relazione esplicativa trasmessa ai giudici dall'ufficio tecnico della Rocca, fa temere una bocciatura integrale dell'iter di gara. Ponendo così a fortissimo rischio la fruibilità dei 30,6 milioni ottenuti dalla Provincia grazie alla delibera Cipe 54 del 2016 per dare avvio all'infrastruttura stradale che dovrebbe agevolare i collegamenti interni tra il comprensorio fortorino e il capoluogo attraverso la 90 bis.


Non ne fa mistero il numero uno della Rocca Nino Lombardi: «L'azione legale avviata dall'Ance complica e, se non altro, rallenta oggettivamente una procedura che ha tempi stringenti dettati da un cronoprogramma ministeriale ben definito. Entro il 31 dicembre le stazioni appaltanti devono certificare l'assunzione di obbligazioni giuridicamente vincolanti quale condizioni per il mantenimento del finanziamento. Stiamo parlando di 30,6 milioni per dare una risposta concreta finalmente a un territorio come il Fortore che giustamente lamenta uno storico isolamento e scarsa attenzione. Dover attendere il 14 dicembre per conoscere l'esito del ricorso, non agevola il raggiungimento del target fissato e mette potenzialmente a rischio risorse ingenti a beneficio di un'area che più di ogni altra ne avrebbe bisogno. Sarebbe stato senz'altro preferibile, in un'ottica di territorio e di sviluppo sistemico che guarda al bene comunitario, che un'associazione di categoria importante come l'Ance ponesse preventivamente alla Provincia le eccezioni portate davanti ai giudici. Anche perché mi sembra che le questioni sollevate non riguardino esclusivamente la gara indetta dal nostro ufficio tecnico ma investano un po' tutte le procedure bandite negli ultimi mesi».

Ance, dal canto suo, fa notare come si sia rivelato infruttuoso il tentativo di confronto preventivo sulle criticità dei bandi con le stazioni appaltanti testimoniato dalle missive spedite ai settori tecnici di Provincia e Acamir lo scorso 10 novembre, alla vigilia della pubblicazione dei bandi. La Rocca sta studiando adesso le possibili contromisure per non veder svanire il corposo budget in cassa e realizzare l'asse di collegamento nel Fortore: «A cavallo dell'udienza del 14 dicembre invierò al ministero delle Infrastrutture richiesta formale di deroga al termine ultimo del 31 dicembre fissato per l'aggiudicazione - conclude Lombardi - Credo che a questo punto sia una prospettiva inevitabile se si vuole salvare un'opera di fondamentale importanza per quelle aree». In teoria potrebbe esserci la possibilità di un'aggiudicazione provvisoria last minute a ridosso di fine anno, sempre che il Tar non accolga anche nel merito il ricorso di Ance.

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Il Mattino