Amianto killer, la cura non c'è: una proteina fa ben sperare

Amianto killer, la cura non c'è: una proteina fa ben sperare
È stato pubblicato il 2 aprile sulla rivista Oncogene, di Springer Nature, uno studio che fa da apripista a nuove terapie per il cancro del polmone e del mesotelioma,...

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È stato pubblicato il 2 aprile sulla rivista Oncogene, di Springer Nature, uno studio che fa da apripista a nuove terapie per il cancro del polmone e del mesotelioma, quest’ultimo causato dall’esposizione all’amianto, un tumore per cui al momento non esiste una cura. La ricerca preclinica è stata condotta dal gruppo di Antonio Giordano, ordinario di Anatomia patologica all’Università di Siena, in collaborazione con ricercatori del Crom, Istituto tumori Pascale di Napoli. Oggetto: la proteina RBL2/p130, identificata da Giordano per la prima volta negli anni 90 come bersaglio di virus oncogeni: la sua alterazione favorisce, cioè, sviluppo e progressione del tumore. «La novità è che la stessa proteina è anche bersaglio della chinasi AKT, che determina la proliferazione cellulare e ostacola la morte cellulare programmata», dice Francesca Pentimalli, primo autore dello studio. Inibendo l’azione di AKT, nel tumore del polmone e nel mesotelioma, l’RBL2/p130 può quindi avere la sua funzione di oncosoppressore e determinare l’efficacia della terapia anticancro mirata.
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Il Mattino