​Biotestamento, boom registri ma è flop in Campania: solo nove

Biotestamento, boom registri ma è flop in Campania: solo nove
​Biotestamento, è corsa contro il tempo per istituire i registri nei Comuni. Ne se contano 247 in tutta Italia, di cui 60 aperti nell'ultimo mese, da quando è...

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​Biotestamento, è corsa contro il tempo per istituire i registri nei Comuni. Ne se contano 247 in tutta Italia, di cui 60 aperti nell'ultimo mese, da quando è stata approvata la legge: il 32 per cento in più. Sono solo nove, però, le amministrazioni censite in Campania nel monitoraggio dell'associazione Luca Coscioni e neanche tutte, al momento, raccolgono le disposizioni anticipate di trattamento.


Ad esempio. Per Ottaviano, che figura nell'elenco, il sindaco Luca Capasso spiega: «L'iniziativa è stata voluta dalla precedente giunta, e poi sospesa in attesa di chiarimenti normativi». L'impegno è quello di provvedere «entro il 31 gennaio». A partire da questa data è possibile, infatti, dare esecuzione alle dichiarazioni sul fine vita già autenticate, circa undicimila.

Napoli e nell'hinterland partenopeo Quarto, Casoria, Marano, Caserta con Maddaloni, Giffoni Valle Piana e Mercato San Severino, nel Salernitano. Eccoli, gli altri otto enti indicati nella mappa regionale. In particolare, il capoluogo campano chiarisce sul proprio sito internet come poter iscriversi e spiega che la gestione del registro è affidata al servizio Anagrafe. I maggiorenni, che risiedono in città, possono consegnare il proprio testamento dal lunedì al venerdì (ore 9-14,30) a Palazzo San Giacomo: «Previo appuntamento».

Chi vuole nominare un fiduciario che prenda al posto proprio le decisioni, nelle situazioni estreme, e che parli con il medico, deve raggiungere con lui (o lei) il municipio e presentare un documento di identità in originale, il codice fiscale e la dichiarazione in triplice copia, utilizzando il modulo precompilato (che si può scaricare on line) oppure un modello personalizzato che contenga però tutti i dati richiesti. Il testo, in busta chiusa, viene numerato e sigillato, il codice annotato nel registro comunale: ma può essere ritirato «in qualsiasi momento» o «sostituito». In quest'ultimo caso, occorre ripetere tutto il procedimento.
La legge prevede anche un fondo di due milioni per realizzare un registro nazionale, ma è decisiva la spinta da parte delle regioni. «Si devono attivare subito per integrare quanto contenuto nei testamenti biologici degli italiani nelle cartelle sanitarie elettroniche», è l'appello lanciato da Filomena Gallo, segretario dell'associazione Coscioni. «In questo modo - chiarisce - se una persona di Roma dovesse sentirsi male mentre è a Milano, il medico, esattamente come può consultare i dati sanitari, può visualizzarne le volontà sul fine vita».


La Toscana è avanti: l'assessore alla Salute, Stefania Saccardi, ha incaricato di occuparsi della questione Mario Cecchi, coordinatore per il Governo clinico. E il chirurgo spiega: «Lavoriamo anche per inserire le cure sul fine vita nelle schede sul consenso informato, che si richiede prima di un intervento chirurgico, e per rendere facilmente comprensibili le varie opzioni». In arrivo le linee guida indirizzate alle aziende sanitarie. In più, sono previsti corsi di formazione per volontari del terzo settore («che già oggi ci danno una grande mano», sottolinea Cecchi), per medici di famiglia e per altri operatori: ognuno è chiamato a fare la sua parte. Anche gli ospedali evangelici, a Napoli e Genova, «non fanno obiezioni», precisano in una nota, «anzi guardano a tale normativa come a un segno tangibile di una cultura che garantisce ulteriormente il rispetto dei diritti dei malati». E, nella sede di Ab Ovo, in via Bellini a Napoli, è attesa sabato alle 12 Mina Welby per presentare il libro L'ultimo gesto d'amore che ha scritto con Pino Giannini. La prefazione è di Emma Bonino, la postfazione di Beppino Englaro: «pionieri» nelle stanze del dolore. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino