Cancro, tutti i test che predicono la malattia e per evitare la chemioterapia praticati a Napoli

Dna
Un nuovo test, chiamato «Prosigna», aiuta le donne già operate di carcinoma alla mammella a evitare la chemio, quando non serve. Gratuitamente e senza dover...

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Un nuovo test, chiamato «Prosigna», aiuta le donne già operate di carcinoma alla mammella a evitare la chemio, quando non serve. Gratuitamente e senza dover più inviare i campioni a laboratori esteri, perché l'esame, messo a punto al Policlinico Vanvitelli, e al Pascale, permette lo stesso di selezionare le pazienti esposte a un reale rischio di recidiva, «risparmiando alle altre l'estenuante e lungo ciclo di terapie», dice Renato Franco, primario di Anatomia patologia nella struttura universitaria che ha ideato lo screening in house, accelerando la comunicazione dei risultati e riducendo i costi. E l'indagine molecolare è solo l'ultima applicata a diversi tipi di tumori.

«La Campania è stata la prima, tra le regioni italiane, a definire un percorso diagnostico terapeutico assistenziale (Pdta) per individuare e gestire quei pazienti con tumori di origine ereditaria e i loro familiari a rischio», spiega Nicola Normanno, del Pascale, che coordina la rete oncologica ed elenca i tumori sotto sorveglianza: oltre alla mammella, il colon, l'ovaio, la prostata, l'endometrio e il pancreas e, da poco, anche il melanoma. In tutti i casi una diagnosi precoce aumenta le possibilità di sopravvivenza, ma non tutti devono eseguire i test molecolari per scoprire se c'è una certa predisposizione: spetta al medico valutare tenendo conto di tanti fattori.

Quanto ai laboratori di riferimento, quello del Pascale con Normanno è tra i primi in Italia ad aver introdotto tecnologie per individuare biomarcatori di neoplasie solide in fase avanzata e ad aver contribuito allo studio biopsia liquida, «oltre a sequenziare tutti i tumori più aggressivi e a cattiva prognosi, offrendo possibilità di cura per bimbi e adulti nella nostra regione». Per il colon, è riferimento anche per e le sindromi poliposiche gastrointestinali e la sindrome di Lynch, associata anche a un altro rischio di sviluppare la malattia in altre parti del corpo, tra cui l'endometrio. Per non parlare del centro di eccellenza per il melanoma guidato da Paolo Ascierto.

Per l'ovaio, test predittivi specifici sono praticati pure al Policlinico della Federico II. «E i geni nel mirino sono gli stessi esaminati per pancreas e prostata», chiarisce Normanno. «Nell'ambito della prevenzione, è possibile inoltre identificare i ceppi di papilloma virus ad alto rischio oncogeno tramite i prelievi citologici cervico-vaginali», aggiunge Federica Zito Marino, ricercatrice di medicina preventiva all'Università Vanvitelli. Un esame delle urine, praticato nel Primo Policlinico, e al momento solo qui in Campania, consente invece di arrivare alla diagnosi di sospetta neoplasia alla vescica, ma senza sottoporsi a controlli più invasivi e dolorosi. È indicato, in particolare, se si riscontra la presenza di sangue, che può essere associata anche a problemi non preoccupanti, come un'infiammazione», spiega Zito Marino.

Consolidata è, poi, l'esperienza nei noduli alla tiroide, qui e anche all'Ospedale del mare e alla Federico II: basta un agoaspirato per procedere alla valutazione oramai nei principali centri di riferimento. «Tecnologie e nuove metodiche - conclude il direttore generale del Policlinico Vanvitelli, Ferdinando Russo - consentono di fare un enorme passo in avanti nella direzione di una medicina sempre più personalizzata, decisiva per una migliore qualità della vita e bloccare in anticipo i "big killer", dai tumori più rari come sarcomi e  linfomi, neoplasie renali e mesoteliomi». E anche per polmone si applicano tecniche di sequenziamento di ultima generazione in modo da indirizzare gli ammalati a terapie mirate in base alle alterazioni genetiche.
 

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Il Mattino